Covid-19, il biomarcatore per individuare chi ha un’infezione grave

Un gruppo di ricercatori ha trovato un biomarcatore specifico che può essere analizzato per comprendere in anticipo i casi gravi di Covid-19

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I ricercatori di KAIST hanno identificato i biomarcatori chiave che potrebbero aiutare a individuare i pazienti che sono destinati a ottenere una reazione grave all’infezione da Covid-19. Ciò aiuterebbe i medici a fornire i trattamenti giusti al momento giusto, salvando potenzialmente vite umane. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Immunology ed i suoi riscontri potrebbero essere veramente utili in questi periodi con una nuova impennata dei casi mondiali.

 

I biomarcatori in casi di Covid-19 grave

Il sistema immunitario delle persone reagisce in modo diverso all’infezione da SARS-CoV-2, il virus che causa Covid-19, con risposte che vanno da lievi a gravi e pericolose per la vita.  Per comprendere le differenze nelle risposte, il professor Heung Kyu Lee e il dottorando Jang Hyun Park della Graduate School of Medical Science and Engineering presso KAIST hanno analizzato i dati di sequenziamento dell’acido ribonucleico (RNA) estratti da singole cellule delle vie aeree di controlli sani e di lieve e grave malattia pazienti con Covid-19. I dati erano disponibili in un database pubblico precedentemente pubblicato da un gruppo di ricercatori cinesi.

“Le nostre analisi hanno identificato un’associazione tra cellule immunitarie chiamate neutrofili e speciali recettori cellulari che si legano all’ormone steroideo glucocorticoide, ha spiegato il professor Lee. “Questa scoperta potrebbe essere utilizzata come biomarcatore per prevedere la gravità della malattia nei pazienti e quindi selezionare una terapia mirata che può aiutare a curarli al momento opportuno”, ha aggiunto.

Una grave malattia in Covid-19 è associata a una risposta immunitaria esagerata che porta a un’eccessiva infiammazione dannosa per le vie aeree. Questa condizione, nota come sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), rappresenta il 70% dei decessi nelle infezioni fatali da coronavirus. Gli scienziati sanno già che questa infiammazione eccessiva comporta un aumento del reclutamento dei neutrofili nelle vie aeree, ma i meccanismi dettagliati di questa reazione non sono ancora chiari.