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Covid-19: il cambiamento delle abitudini tecnologiche degli italiani

La nota azienda Avira ha recentemente condotto un’indagine sul cambiamento delle abitudini tecnologiche degli italiani dopo il lockdown. I risultati rivelano che, nonostante dopo lo scoppio della pandemia il 53% degli italiani abbia acquistato un computer o altro dispositivo, appena il 31% ha installato un software per garantirne la sicurezza.

 

Il radicale mutamento delle abitudini tecnologiche degli italiani dopo il lockdown

Travis Witteween, CEO di Avira, ammette che nel corso del 2020 il modo di utilizzare i dispositivi tecnologici è cambiato a causa degli eventi che si sono verificati, aggiungendo che, sebbene la tecnologia rappresenti una risorsa preziosissima, possiede un lato oscuro e pericoloso dal quale dobbiamo difenderci.

Lo studio, che ha riguardato 8000 persone di età pari o superiore ai 18 anni residenti in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti, mostra le modifiche del comportamento che sono sopraggiunte durante la pandemia. Tra queste si segnala un incremento dell’utilizzo dei dispositivi, lo smartworking e il diverso impatto che esso ha avuto su lavoratori appartenenti a generazioni diverse, il distanziamento sociale e l’amplificazione del bisogno di interagire e comunicare con gli altri, nonché la mancanza di informazione o di interesse in merito alle minacce informatiche.

 

Sicurezza informatica: idee poche ma confuse

Nello specifico, i risultati della ricerca hanno messo in rilievo una serie di dati interessanti: il 78% degli italiani ha usato il computer, e il 75% lo smartphone, per comunicare e per lavorare; il 53% degli intervistati ha comperato un PC o un altro dispositivo durante il lockdown, mentre il 43% ha potenziato e velocizzato il router e il 25% ha acquistato un’offerta più conveniente.

I dati allarmanti riguardano la sicurezza informatica: il 31% degli intervistati che hanno adeguato i propri mezzi tecnologici li ha dotati di un appropriato software per la protezione dei dati, nonostante il 73% li utilizzi per lavoro. Il 45% degli intervistati, poi, ha ammesso di essere notevolmente o abbastanza preoccupato riguardo a questo tema, mentre ben il 61% dei datori di lavoro non ha fornito ai dipendenti alcun sistema di protezione.

Questi sono solo alcuni dei valori che mostrano come le tecnologie moderne siano diventate imprescindibili per aumentare le interazioni sociali in un momento particolarmente duro, portando a un’inevitabile cambiamento delle abitudini tecnologiche di molti di noi, e lasciano prevedere che questa tendenza si consoliderà sempre più.

Gloria Fiorani

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