Grazie al sangue di 10 medici dell’Ospedale Papa Giovanni Paolo XXIII di Bergamo è stato sviluppato un anticorpo sintetico contro il Covid-19 inalabile, come un aereosol, una novità rispetto a quello che è esistente finora che sono disponibili solo iniettabili. Lo studio è frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori del centro polifunzionale di ricerca e sviluppo Labio 4.0 Marino Golinelli di Pomezia dell’azienda italiana Alfasigma e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata.
Il team era già in contatto con l’ospedale di Bergamo per progetti oncologici, ma durante la pandemia hanno dato una mano per trovare possibili soluzioni contro il Covid-19. Ogni medico sopravvissuto al virus aveva una storia di malattia ben diversa. Proprio da qui inizia la collaborazione con l’Università di Tor Vergata; a quest’ultimo è stato fornito un reagente utile per l’espressione della proteina Spike di Sars-CoV-2 che era appena stato ottenuto dalla Cina e ha selezionato gli anticorpi più efficaci nel bloccare l’entrata del virus in cellule umane.
Covid-19, creato un anticorpo sintetico inalabile
Avendo identificato i tre donatori di sangue con una risposta immunitaria più efficace contro il virus, i ricercatori hanno utilizzato il loro sangue per isolare i geni che codificano gli anticorpi. Grazie a ciò hanno scoperto sei anticorpi capaci di neutralizzare la proteina spike e impedire al virus di entrare nelle cellule. Nei topi con lo pseudovirus, l’infezione non era più misurabile già dopo 48 ore dopo aver somministrato l’anticorpo, a differenza di quelli che non hanno ricevuto l’anticorpo, dove l’infezione continuava ad esistere. Nel nuovo studio questi mini anticorpi sintetici sono studiati per inibire il legame del virus con le cellule e per la capacità di contrastare l’infezione sia a livello cellulare che animale.
Questo anticorpo riconosce una porzione della Spike che è essenziale alla funzione di ingresso del virus nelle cellule. Sarebbe così in grado di contrastare, anche a dosi molto basse, tutte le varianti della Spike note al momento dello studio e l’infezione nelle vie aeree mediante somministrazione nelle cavità nasali. Il vantaggio di questo studio è quello di aver selezionato soltanto gli anticorpi forti e resistenti, idonei per essere utilizzati in via aereosol. La possibilità di una somministrazione così agevole, rispetto a quella per via endovenosa, e l’efficacia a dosi molto basse è rivoluzionaria perché consentirebbe una sorta di ‘autogestione’ del paziente con un abbattimento anche dei costi ospedalieri.
Generalmente per lo sviluppo di un nuovo farmaco sono richiesti diversi anni per arrivare all’utilizzo in clinica. Tuttavia, durante questa pandemia i tempi di produzione, sperimentazione e approvazione si sono fortemente ridotti a causa dell’emergenza, come si è visto anche per la produzione e l’utilizzo dei vaccini. Ora i ricercatori sono in attesa dei risultati dell’efficacia su Omicron che sembrano essere già promettenti.