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A meno di una settimana di distanza dalla pubblicazione di uno studio in cui JAMA Network Open dimostrava che lo zinco e la vitamina C non comportano il miglioramento delle infezioni lievi di COVID-19, uno studio che lo stesso JAMA ha condotto su 240 persone ha rivelato che una sola dose di vitamina D non ha alcun effetto significativo sulle forme moderate e gravi di Covid-19.
Lo studio, pubblicato lo scorso mercoledì da Igor Murai, reumatologo di San Paolo, e colleghi, indica che la degenza in ospedale durava in media 7 giorni sia per i pazienti inclusi nel trattamento vero e proprio che per quelli che avevano ricevuto il placebo e che, nonostante esistesse una differenza massima di ben 8,4 punti percentuali tra i valori di mortalità in ospedale, dei ricoveri in unità di terapia intensiva e dei casi che richiedevano la ventilazione meccanica, non si trattava di differenze significative.
In una nota sulla rivista JAMA, i clinici statunitensi David Leaf e Adit Ginde dichiarano che, se considerati isolatamente, i risultati di questo studio clinico possono apparire ambigui, in quanto non escludono né un beneficio clinicamente importante né un danno derivante dalla somministrazione di vitamina D3 ad alte dosi in pazienti ospedalizzati per una forma moderata o grave di Covid-19. Tuttavia, se considerati in combinazione con quelli degli studi clinici randomizzati esistenti sulla somministrazione di vitamina D in pazienti ospedalizzati con infezioni respiratorie e malattie critiche, i risultati riportati da Murai et al non supportano l’efficacia della somministrazione di routine di vitamina D in pazienti affetti da forme moderate o severe della malattia.
Nella nota pubblicata su JAMA, i dottori Leaf e Ginde affermano che, anche se i risultati sembrano mostrare l’inefficacia della vitamina D nel trattamento COVID-19 e si tratta del più grande studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo sulla vitamina pubblicato finora, ha dei limiti di progettazione notevoli, compreso il fatto di essere sottopotenziato.
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