Dopo aver condotto ulteriori ricerche sugli effetti che esse hanno sul coronavirus, gli esperti sono giunti alla conclusione che l’assunzione delle vitamine A, E e D in grandi quantità favorisce la riduzione delle malattie respiratorie. Un nuovo studio a lungo termine che ha coinvolto 6115 adulti a partire dal 2008 suggerisce che l’assunzione di vitamine attraverso il cibo o tramite integratori può ridurre il numero di disturbi respiratori.
Questo studio, pubblicato sulla rivista BMJ Nutrition, Prevention and Health, è stato condotto dopo che il Segretario alla Sanità inglese, Matt Hancock, ha ordinato nuove ricerche sull’uso della vitamina D per prevenire il coronavirus, dato che in precedenza non sembrava avere alcun effetto. I partecipanti studio hanno autodichiarato la propria assunzione di vitamine e gli eventuali problemi respiratori, invece di sottoporsi a visita medica.
Shane McAuliffe, membro della Taskforce NNedPro Nutrition and Covid-19, ha dichiarato che, pur riconoscendo i limiti di questi dati, essi contribuiscono ad aumentare l’interesse verso questa scoperta e le prove del ruolo che la vitamina D riveste nella salute delle vie respiratorie. Nel complesso, si sono verificati 33 casi di disturbi respiratori e i ricercatori hanno scoperto che l’assunzione di vitamina A ed E sia attraverso la dieta che tramite integratori era associata a una minore probabilità di riportare difficoltà respiratorie. Stesso discorso vale per l’assunzione di vitamina D ma solo tramite integratori.
I ricercatori delle istituzioni che hanno condotto lo studio, tra cui l’Imperial College di Londra e la London School of Hygiene and Tropical Medicine, stimano che circa un quinto della popolazione generale nel Regno Unito assuma un basso contenuto di vitamina D, e che oltre il 30% degli adulti più anziani di 65 anni e oltre non raggiunga l’apporto di nutrienti raccomandato, aggiungendo che i risultati confermano che l’integrazione è fondamentale per garantire il mantenimento di un adeguato livello di vitamina D e indicano potenzialmente che l’assunzione di vitamina D dalla sola dieta non è sufficiente. Il team ha poi precisato che occorrono ulteriori ricerche per valutare le implicazioni dello studio attuale nel contesto dell’attuale pandemia di coronavirus.
La vitamina D è anche nota come “la vitamina del sole” perché, da circa fine marzo a fine settembre, la maggior parte delle persone dovrebbe essere in grado di ottenere tutta la vitamina D di cui ha bisogno dalla luce solare. Ma tra ottobre e inizio marzo la quantità di vitamina ce assumiamo tramite il sole non è sufficiente, e durante questo periodo il National Health Service raccomanda ad adulti e bambini dai quattro anni in su di assumere un integratore giornaliero contenente 10 microgrammi di vitamina D.
Ph. credits: Foto di silviarita da Pixabay
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