Photo by Ibrahim Boran on Unsplash
La pandemia da Covid-19 non ha portato solo una crisi a livello economico, sanitario e sociale, ma anche a livello ambientale. Ebbene si le mascherine di protezione che sono entrate a far parte della nostra vita quotidiana in realtà rappresentano un grave problema di smaltimento. Senza contare quelle che affollano le nostre strade e inquinano gli oceani. Un nuovo studio ha escogitato un secondo utilizzo per queste mascherine. Dopo averle triturate e combinate con residui di costruzione hanno usato tale miscela come materiale per costruire le strade.
I risultati di questo test sono stati molto soddisfacenti e questa miscela risulta essere molto più efficace di quella usata normalmente. Per ogni km per una strada a due corsie occorrono circa 93 tonnellate di mascherine chirurgiche, pari a 3 milioni di unità.
L’introduzione della maschera facciale sminuzzata non solo ha aumentato la resistenza e la rigidità, ma ha anche migliorato la duttilità e la flessibilità delle miscele utilizzate. Il test è stato eseguito su cinque pezzi replicati ed è stato riportato il valore medio dei cinque campioni. Inoltre la miscela risulta essere resistente all’acqua. Con questo tipo di miscela le strade risultano essere più duttili e flessibili rispetto a quelle con l’asfalto, caratteristiche fondamentali per assorbire la pressione e il peso dei veicoli. Grazie al loro materiale, il polipropilene, le strade fanno fatica a creparsi e quindi risultano più durature nel tempo.
Inoltre questa miscela ha un grande impatto sul valore economico rispetto ai materiali solitamente utilizzati. Tutti questi benefici fanno si che recuperare le mascherine nelle discariche sia molto economico. Grazie ai test effettuati sembrerebbe bastare uno spray antisettico per decontaminarle, combattendo il 99,9% di particelle virali.
Lo studio ha esaminato la fattibilità di riciclare le mascherine monouso nelle strade e ha entusiasmato scoprire che non solo funziona, ma offre anche vantaggi ingegneristici reali. Ci auguriamo che questo apra la porta a ulteriori ricerche, con lo scopo di indagare se altri tipi di dispositivi di protezione individuale siano adatti per avere una seconda vita.
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