Un nuovo studio sul Covid-19 ha evidenziato come almeno un paziente su otto finisce per sviluppare una malattia psichiatrica o un danno neurologico entro soli sei mesi. Di per sé non è una novità, ma è un’altra prova di come questi effetti collaterali non siano da sottovalutare visto l’alta incidenza.
I ricercatori, per raggiungere tale conclusione, hanno usato un enorme quantità di dati ovvero le cartelle cliniche di ben 236.379 pazienti negli Stati Uniti che sono stati ospedalizzati a causa del Covid-19. Questi dati sono stati poi comparati con diagnosi di influenza o diagnosi di infezioni al tratto respiratorio.
I ricercatori hanno tenuto in considerazione i soliti parametri come età, sesso o razza. Alla fine hanno raggiunto il risultato che l’incidenza di danni neurologici o anche condizioni neurologiche è del 33,6%. Nel caso del primo gruppo, la comparsa è più alta nei primi mesi della malattia mentre per il secondo gruppo è ancora ignoto.
Nonostante la mole di dati utilizzati dai ricercatori, quest’ultimi non si sbilanciano comunque affermando che c’è bisogno di più studi per raggiungere una comprensione migliora sulla situazione. Non si capisce bene questo coronavirus sia in grado di portare tanti danni al cervello e quindi non bisogna abbassare la guardia.
Un dato su cui più di tutti i ricercatori stanno facendo attenzione è la possibilità che la comparsa di danni come ictus non sia in realtà la prima registrata dai pazienti Covid-19. Questo vale anche per le patologie psichiatriche che spesso non sono per niente diagnosticate e passano sotto traccia, soprattutto nel sistema sanitario americano.
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