Covid-19, una quarta ondata potrebbe essere molto differente dalle altre

Non è del tutto scongiurata la possibilità di una presunta quarta ondata della pandemia di Covid-19, ma nel caso dovrebbe essere più leggera

Covid-19 nuova variante India
Foto di Yogendra Singh da Pexels

I casi di coronavirus continuano a raggiungere numeri molto alti e tutti i funzionari sanitari del mondo continuano a sollecitare cautela, avvertendo che nonostante l’accelerazione del ritmo delle vaccinazioni, le nazioni potrebbero affrontare una potenziale quarta ondata di infezioni da Covid-19, se si abbassa la guardia troppo rapidamente. “Stiamo assistendo a un aumento dei casi in diverse località in tutto il mondo, anche in alcuni stati degli Stati Uniti, quindi una quarta ondata sembra possibile”, ha detto Rachel Baker, epidemiologa della Princeton University.

 

La possibile quarta ondata del Covid-19

Secondo l’esperta, però, questa eventuale quarta ondata sarebbe molto diversa dalle precedenti. Nella prima, gli Stati Uniti, ad esempio, hanno visto un rapido aumento dei casi e dei decessi. Durante l’estate, il paese ha vissuto una seconda ondata con un afflusso di casi, ricoveri e decessi che si sono diffusi in tutto il paese. All’inizio dell’autunno, le metriche Covid-19 della nazione sono successivamente diminuite, solo per essere colpite, tuttavia, da una terza ondata nel tardo autunno e all’inizio dei mesi invernali, con un’ondata senza precedenti di casi, ricoveri e decessi, dovuta specialmente alle diverse varianti in circolazione.

Una quarta ondata però potrebbe essere lontana dalle altre. Ciò è dovuto specialmente alla forte e veloce campagna di vaccinazione ed al clima che si appresta a diventare caldo, non favorendo la diffusione del virus. “Dobbiamo iniziare a ripensare a come vengono interpretati i dati del caso Covid-19. Con la rapida diffusione dei vaccini, l’aumento dei casi tra le popolazioni sane non si tradurrà necessariamente in ricoveri e decessi come si è visto in precedenza durante la pandemia “, ha affermato il dott. John Brownstein, chief innovation officer presso il Boston Children’s Hospital.