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Covid-19: i video più visti su YouTube incitano alla paura e all’ansia

La maggior parte dei video più popolari su YouTube sul nuovo coronavirus non sono affatto informativi quando si tratta di prevenire la diffusione della malattia. Al contrario, l’84% di questi video menziona la morte e il 79% incita alla paura e all’ansia per le persone.

Queste conclusioni derivano da un nuovo studio pubblicato questo mese sulla rivista scientifica JMIR Public Health and Surveillance. In un momento in cui non esiste un vaccino contro il virus, il lavoro di mitigazione attraversa un po’ tutti noi, rendendo necessario adottare misure preventive, di contenimento e di igiene.

Pertanto, è essenziale che le persone siano informate in modo da non commettere errori che possano contribuire alla diffusione della malattia. I ricercatori hanno voluto esaminare quale contributo YouTube avrebbe dato a questo proposito e sono giunti a una conclusione indesiderabile.

 

I risultati dello studio

A gennaio, i ricercatori hanno raccolto un elenco dei 100 video più visti su YouTube sul nuovo coronavirus. A marzo, questi video hanno registrato un totale di 165 milioni di visualizzazioni.

I risultati hanno mostrato che meno di un terzo dei video menzionava uno dei comportamenti di prevenzione delineati dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Circa un quarto di questi video menzionava il lavaggio delle mani e meno di un quinto menzionava superfici disinfettanti o come coprire adeguatamente tosse e starnuti. Inoltre, il 29% dei video ha avvertito le persone di rimanere a casa quando avevano sintomi e quasi un terzo (31%) ha invitato le persone a evitare il contatto con coloro che erano malati.

Il semplice numero di visualizzazioni mostra che YouTube è vista come una fonte significativa di informazioni durante la pandemia Covid-19. Tuttavia, ciò dimostra che questa piattaforma non risulta affatto informativa e può portare a moltiplicare comportamenti rischiosi.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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