Il Covid-19 ha ucciso più di 900.000 persone in tutto il mondo secondo le stime ufficiali; un numero che aumenterà fino a quando un vaccino non sarà scoperto e distribuito. I ricercatori che hanno seguito il suo percorso distruttivo sono stati in grado di analizzare una montagna di dati. Ciò che è diventato abbondantemente chiaro è che danneggia polmoni e vie aeree.
Oltre ad interferire con la pelle e l’intestino, sembra anche influenzare il cervello. I dati mostrano che i pazienti con la malattia soffrono spesso di delirio, uno stato di confusione acuta e disorientamento.
I principali disturbi riscontrati vanno dalla cefalea alle mialgie, all’encefalopatia. La ricerca si è basata su un’indagine condotta attraverso questionari online composti da 17 domande, distribuiti ai medici europei impegnati nel fronteggiare la pandemia da Covid-19. Sono stati raccolti più di 2.300 questionari che riportavano appunto la presenza di sintomi neurologici in circa tre quarti dei pazienti.
I meccanismi responsabili dell’interessamento neurologico sono molteplici. Possono essere diretti per effetto della diffusione del virus nel tessuto nervoso, dove per la prima volta è stato identificato col microscopio elettronico il virus e i danni dei tessuti correlati all’infezione.
L’importanza dello studio è che a livello europeo si è dimostrato che i sintomi neurologici sono frequentemente riscontrabili. Ora saranno da valutare le complicanze neurologiche tardive dell’infezione, poiché in molti dei pazienti più gravi poi guariti si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio, con la collaborazione tra molti specialisti con un percorso riabilitativo complesso che può essere anche molto lungo.
Per vedere se il virus potesse penetrare nelle cellule cerebrali, gli autori dello studio hanno esaminato il tessuto cerebrale sottoposto ad autopsia di tre pazienti deceduti a causa di Covid-19. Hanno anche condotto esperimenti su topi infettati e su organoidi, gruppi di cellule coltivate in un piatto da laboratorio per imitare la struttura 3D del tessuto cerebrale.
“Questo studio è il primo a fare un’analisi approfondita dell’infezione cerebrale da SARS-CoV-2 utilizzando tre modelli“, ha detto la dottoressa Maria Nagel, professore di neurologia e oftalmologia. Negli organoidi, il team ha scoperto che il virus potrebbe entrare nei neuroni attraverso il recettore ACE2, una proteina sulla superficie cellulare che il virus utilizza per entrare nella cellula e innescare l’infezione.
Hanno quindi utilizzato un microscopio elettronico, che utilizza fasci di particelle cariche per illuminare il tessuto, per scrutare all’interno delle cellule infette. Potevano vedere particelle di coronavirus “germogliare” all’interno della cellula, dimostrando che il virus aveva dirottato i meccanismi interni dei neuroni per costruire nuove copie di se stesso.
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