Da quando il Covid-19 è comparso in tutto il mondo si è portato con se anche l’aumento della disinformazione per combatterlo. Tuttavia la disinformazione però può svilupparsi intorno a idee che contengono delle verità e ciò può essere difficile da affrontare. Ad oggi ci sono stati suggeriti molti approcci riguardo il Covid-19, ma è del tutto normale durante un processo scientifico questo non sia più efficace come invece detto in precedenza.
Tuttavia la ricerca online può essere presa e interpretata fuori contesto tanto da generare confusione e dubbi su cosa sia vero e cosa no. Questa confusione può essere utilizzata da chi pesa a teorie del complotto. Esiste una logica secondo cui la vitamina D possa essere efficace nella lotta e prevenzione del Covid-19.
Svolge un ruolo nell’immunità ed è già consigliato a tutti di assumere l’integratore in inverno e a quelli a maggior rischio di carenza di vitamina D si consiglia di prenderlo tutto l’anno. Finora, nessuna ricerca ha mostrato un effetto abbastanza convincente da supportare dosi più elevate per prevenire o curare le malattie, anche se questo non significa che non cambierà in futuro.
Quindi è comprensibile chiederci se sia giusto o no prendere la vitamina D. Molti hanno accusato i governi di non divulgare molto l’efficacia che questa vitamina contro il Covid-19 per invece favorire i vaccini, visto il mercato che gira intorno ad essi. I governi a loro volta hanno smentito dicendo di aver promosso altri approcci economici come il desametasone. Comunque si consiglia di prendere almeno 10mg di vitamina D al giorno se si trascorre molto tempo a casa.
Molti studi hanno mostrato un’associazione tra vitamina D e risultati Covid, ma l’evidenza è in gran parte osservativa, il che significa che esamina cosa succede alle persone con livelli più alti e più bassi di vitamina D senza controllare altri fattori. Ovviamente non è la prova standard in quanto c’è bisogno di uno studio randomizzato in cui alle persone venga assegnato un trattamento o una versione fittizia, in modo da essere chiari che il risultato è causato dal trattamento.
Alcuni gruppi hanno maggiori probabilità di avere carenze di vitamina D e di contrarre Covid: persone anziane, persone con obesità, persone di colore e dell’Asia meridionale. Può essere che una carenza sia la ragione per cui questi gruppi sono a maggior rischio, oppure potrebbero esserci altri fattori sanitari e ambientali che determinano sia una diminuzione dei livelli di vitamina D che una maggiore suscettibilità al virus.
I livelli di vitamina possono diminuire anche come conseguenza, piuttosto che come causa, della malattia. Saremo in grado di isolare la vitamina D come causa solo eseguendo studi controllati randomizzati condotti in modo appropriato. Sebbene i mondi online della salute naturale e della medicina alternativa e delle persone che sono ideologicamente anti-vaccinazione siano distinti, possono sovrapporsi. Possono condividere argomenti che si intersecheranno con le persone negli interessi.
La vitamina D è un approccio relativamente sicuro quindi potrebbe non sembrare la disinformazione più dannosa. Il pericolo è quando le persone suggeriscono che il supplemento è una cura miracolosa e dovrebbe essere sostituito da vaccini, maschere e allontanamento sociale.
Foto di Pavel Danilyuk da Pexels
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