Sempre più studi parlano della capacità che il covid-19 ha di minacciare il sistema nervoso. Ultima in ordine di tempo una ricerca, pubblicata sulla rivista Brain e rilanciata dal Guardian, condotta presso la University College of London su 43 persone colpite dal virus.
Delirio, ictus, danni neurologici, infiammazioni cerebrali e del midollo spinale: sarebbero questi i danni che potrebbero insorgere anche nei pazienti colpiti anche in modo lieve dal coronavirus.
I pazienti presi in esame hanno permesso di riscontrare un aumento di diagnosi di Encefalomielite acuta disseminata (Adem); una patologia neurologica, contraddistinta da un’infiammazione a carico di encefalo e midollo spinale e da un processo di demielinizzazione dei nervi del sistema nervoso centrale. I casi di Adem sono aumentati da uno al mese prima della pandemia a due o tre alla settimana nel periodo aprile-maggio. Gli scienziati sottolineano come l’Adem potrebbe causare disabilità a lungo termine in alcuni pazienti, senza escludere casi con decorso favorevole.
Dai risultati ottenuti, è emerso che anche nei casi moderati uno dei biomarker risultava aumentato; si tratta della proteina acida fibrillare gliale, di norma presente negli astrociti, cellule che fanno da supporto ai neuroni ma riscontrabile anche nel sangue. Altro biomarker rilevato è stata proteina della catena leggera del neurofilamento (NfL), che fa parte dello scheletro interno dei neuroni.
Alte concentrazioni di Nfl sono state trovate nel sangue di molti pazienti Covid-19 che hanno necessitato di ventilazione artificiale. A segnalare come ad essere colpiti dal Covid non siano soltanto i polmoni è giunto anche uno studio condotto dall’ospedale San Paolo di Milano, in collaborazione con i principali centri neurologici dei Paesi europei.
Il lavoro, pubblicato sull’European Journal of Neurology, afferma che 3 pazienti Covid-19 su 4 possano presentare disturbi neurologici, che vanno dalla cefalea alle mialgie, all’encefalopatia. La ricerca si è basata su un’indagine condotta attraverso questionari online composti da 17 domande, distribuiti ai medici europei impegnati nel fronteggiare la pandemia di coronavirus.
Sono stati raccolti oltre 2.300 questionari che segnalavano appunto la presenza di sintomi neurologici in circa tre quarti dei pazienti. Secondo gli autori, lo studio suggerisce che si sta aprendo un nuovo capitolo nei libri di neurologia e che i neurologi potranno avere un ruolo importante nella gestione della pandemia e nei suoi esiti.
L’importanza dello studio è che a livello europeo si è dimostrato che i sintomi neurologici sono frequentemente riscontrabili. Ora saranno da valutare le complicanze neurologiche tardive dell’infezione poiché in molti dei pazienti più gravi, poi guariti, si riscontrano alterazioni neurologiche che richiedono uno stretto monitoraggio.
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