Voci di Covid-19, stigma e teorie del complotto sono circolate in 25 lingue diverse in almeno 87 paesi; questa diffusione di disinformazione ha portato a morti e feriti, secondo un nuovo studio.
Lo studio, pubblicato lunedì sull’American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, ha coinvolto l’analisi di voci relative al coronavirus, stigma e teorie del complotto pubblicate su piattaforme di social media, giornali online e altri siti Web tra il 31 dicembre e il 5 aprile.
I ricercatori, provenienti da varie istituzioni hanno definito una “voce” come qualsiasi informazione non verificata che può essere ritenuta vera o completamente falsa dopo la verifica. Lo “stigma” e la “teoria del complotto” erano definite come convinzioni su un individuo o un gruppo di persone che lavoravano in segreto per raggiungere obiettivi dannosi.
I ricercatori hanno identificato 2.311 segnalazioni relative a possibile disinformazione Covid-19 in 25 lingue da 87 paesi, e di queste segnalazioni, l’89% è stato classificato come voci; Il 7,8% erano teorie del complotto; e il 3,5% erano stigmatizzati. Lo studio includeva alcuni esempi: “Le uova di pollame sono contaminate dal coronavirus” e “Bere candeggina può uccidere il virus” erano voci; “Ogni malattia è mai arrivata dalla Cina” era lo stigma; e “È un’arma biologica finanziata dalla fondazione Bill & Melinda Gates per ulteriori vendite di vaccini” era una teoria del complotto.
La maggior parte delle voci, dello stigma e delle teorie del complotto sono state identificate da India, Stati Uniti, Cina, Spagna, Indonesia e Brasile, hanno scoperto i ricercatori. L’analisi ha mostrato che il 24% delle segnalazioni complessive era correlato a malattia Covid-19, decessi e trasmissione del coronavirus; Il 21% era correlato agli sforzi di controllo; Il 19% a cure o “cure”; Il 15% alla causa della malattia e all’origine del virus; L’1% alla violenza; e il 20% è stato considerato miscellaneo.
Tale disinformazione può portare a lesioni e decessi, hanno osservato i ricercatori nello studio. Le voci possono mascherarsi come strategie credibili di prevenzione e controllo delle infezioni e avere implicazioni potenzialmente gravi se prioritarie rispetto a linee guida basate sull’evidenza. A seguito di questa disinformazione, circa 800 persone sono morte, mentre 5.876 ricoverate in ospedale. Lo studio presentava alcune limitazioni, tra cui il fatto che i dati provenivano da piattaforme online disponibili pubblicamente, quindi potrebbero esserci più disinformazione là fuori.
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