Secondo un nuovo studio condotto negli Stati Uniti, negli ultimi anni è comparso un nuovo fattore di rischio per quanto riguarda lo sviluppo di demenza e ancora più specificamente il morbo di Alzheimer. Se due di questi già si conoscevano, fumo e depressione, il secondo fattore di rischio è l’inattività fisica che è parzialmente collegato al più incisivo ovvero l’obesità.
Quando si parla di demenza, la genetica svolge un ruolo molto importante, ma i fattori ambientali stanno avendo sempre più peso, anche perché si accumulano tra le varie generazioni. Se da un lato rende ancora più comune patologie come il morbo di Alzheimer, avere effettivamente qualcosa da contrastare può rendere più facile mitigarne gli effetti sul lungo periodo.
Demenza senile: i fattori ambientali sono sempre più importanti
Uno stralcio dello studio statunitense: “Il cambiamento nella prevalenza dell’obesità di mezza età sembrava essere il più grande rispetto ad altri fattori valutati in questo studio, che potenzialmente hanno spinto l’obesità di mezza età a diventare il fattore di rischio più importante associato per la malattia di Alzheimer e altre forme di demenza correlate quasi un decennio più tardi.”
Lo studio in sé ha analizzato i dati di quasi 400.000 individui. È stato visto come oltre un terzo dei casi di Alzheimer erano legati agli otto fattori di rischio. Il principale in incidenza, come detto, è l’obesità seguita dall’inattività fisica. Interessante il terzo ovvero la scarsa istruzione; si tratta di un fattore di rischio in quanto comporta una lunga serie di effetti, banalmente l’incapacità di avere acceso a cure mediche o di seguire una dieta bilanciata.