Con l’avanzare dell’età, specialmente dopo i 60 anni, diventa molto frequente andare incontro a varie malattie neurodegenerative del cervello, di cui il morbo d’Alzheimer ne è l’esempio più frequente. Una caratteristica chiave di molte di queste malattie è il lento accumulo di depositi proteici mal ripiegati nei neuroni del cervello. In particolare, l’accumulo e la diffusione di una proteina nota come tau è una caratteristica di diverse forme di demenza.
Scrivendo sulla famosa rivista scientifica Nature, Rauch et al forniscono un indizio su come si diffonde questa proteina dannosa: identificano un recettore della superficie cellulare che consente alla tau di spostarsi tra i neuroni.
Nelle forme di demenza associate a tau o tauopatie, la progressione della malattia è correlata alla diffusione dei depositi di tau nel cervello. Vi è quindi un grande interesse nel chiarire i meccanismi che consentono alla tau patogena di uscire da un neurone e di entrare nel successivo.
La diffusione di proteine patogene in tutto il cervello è un processo attivo, piuttosto che semplicemente il risultato della morte, della disintegrazione e della dispersione passiva dei neuroni interessati. Le membrane esterne della cellula di origine e di quella bersaglio devono essere attivamente incrociate, in modo che la tau ripiegata male possa interagire con la tau fisiologica nel citoplasma del neurone ricevente. Rauch e colleghi si sono chiesti se un membro della famiglia di proteine del recettore delle lipoproteine a bassa densità (LDLR), presente sulla superficie neuronale, potesse essere la chiave per entrare.
Gli autori hanno eliminato tutti i membri della famiglia LDLR individualmente dai neuroni cresciuti in coltura. Hanno dimostrato che la perdita di LRP1 riduceva in modo specifico l’internalizzazione della tau nei neuroni. È interessante notare che questa perdita ha interferito con l’internalizzazione di tutte le forme di tau fisiologiche solubili e di piccoli gruppi aggregati (oligomeri) di tau patologici. Ciò suggerisce che LRP1 potrebbe mediare il trasferimento di tau sia fisiologiche che patologiche, e quindi aiutare a prevenire o almeno a rallentare queste tipologie di forma di demenza associate.
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