Alcuni paleontologi a Laos hanno scoperto un antico molare che molto probabilmente apparteneva ad una specie umana perduta, i Denisoviani. La nuova scoperta però potrebbe risultare essere un problema in quanto questi luoghi, ossia il sud-est asiatico, è uno dei tre luoghi in cui questa specie può essere ospitata. Oltre alla Siberia e all’altopiano tibetano, orsa possiamo aggiungere il Laos, che ha prodotto fossili risalenti proprio a questa specie bizzarra.
Il molare sospetto è stato ritrovato nella grotta Tam Ngu Hao 2 nelle montagne annamite del Laos. Il molare risale al Pleistocene medio ed è il primo fossile denisoviano mai trovato nel sud-est asiatico. Questa scoperta ha inoltre confermato che come i propri cugini Neanderthal, i Denisoviani possono adattarsi e vivere in molti habitat diversi tra loro, alcuni dei quali davvero estremi.
Inoltre questa sorprendente scoperta attesta in modo ulteriore che il sud-est asiatico è sempre stato un punto caldo di diversità di genere per le varie specie di Homo durante il Pleistocene mediotardivo. Quindi, oltre ai Denisoviani, questa parte del mondo ospitava un tempo H. erectus, Neanderthal, H. floresiensis, H. luzonensis e H. sapiens. Che sia stato trovato proprio in quel luogo un fossile di questa specie non è una grande sorpresa. Alcune tracce di DNA sono state trovate all’interno dei genomi di alcune moderne popolazioni del sud-est asiatico e dell’Oceania.
I Denisovani si sono ramificati dai Neanderthal ad un certo punto tra 200.000 e 390.000 anni fa. Alla fine si estinsero, ma non prima di incrociarsi con gli esseri umani moderni. Il molare laotiano è solo il decimo fossile denisoviano da trovare e il primo al di fuori della Siberia e del Tibet. Proprio questa zona geografica è piena di grotte calcaree e ogni anno numerosi esperti visitano il luogo per cercare di scoprire ulteriori novità e scoperte sorprendenti e ulteriori indagini paleontologiche.
Datando il sedimento in cui è stato trovato il molare, il team ha invecchiato il fossile tra 164.000 e 131.000 anni. Un’analisi proteica dello smalto del dente ha identificato il fossile come appartenente a un membro del genere Homo, ma questo test non ha potuto definire la specie esatta. Dato che questo dente proviene da un bambino, i ricercatori attualmente stanno effettuando ulteriori analisi sulla crescita e lo sviluppo dei denti. Il molare laotiano ha una somiglianza con i denti trovati sulla mandibola denisoviana parziale del Tibet, comprese le grandi dimensioni dei denti e varie caratteristiche distintive che lo separano da altre specie Homo conosciute nel sud-est asiatico, inclusi i Neanderthal e gli umani moderni.
Il molare del Laos è il più vicino ai Neanderthal e sappiamo dalla paleogenetica che i Denisoviani erano un gruppo gemello dei Neanderthal, il che significa che erano caratteristiche morfologiche strettamente imparentate e condivise. Non è impossibile che il molare appartenesse a un Neanderthal, ma se fosse così, questo lo renderebbe il fossile di Neanderthal più a sud-est mai scoperto. Il nuovo fossile è importante perché afferma qualcosa già accennato dai dati genetici: i Denisoviani un tempo abitavano una vasta area del sud-est asiatico.
Inoltre, conferma che erano presenti in questa regione e avrebbero potuto incontrare umani moderni del tardo Pleistocene. Infine, mostra che i Denisoviani potrebbero vivere sia in ambienti freddi e d’alta quota che nelle foreste tropicali del sud-est asiatico. I Denisoviani sembrano essere stati un gruppo adattabile. Tuttavia questo rende la loro improvvisa scomparsa circa 50.000 anni fa ancora più misteriosa.
Foto di Baidou Ahmed da Pexels
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