Secondo un nuovo studio a lungo termine l’uso di un farmaco specifico per il diabete, noto come glitazoni è stato associato a un ridotto rischio di demenza. I glitazoni sono spesso noti come tiazolidinedioni o TZD in breve e sono una classe più vecchia di farmaci per il diabete di tipo 2. Secondo gli scienziati questa tipologia di farmaci sono effettivamente in grado di prevenire questa condizione negli individui con diabete di tipo 2 lieve o moderato e ora sembrerebbe valere di dargli la priorità per determinare se possano essere riutilizzati.
I ricercatori hanno iniziato a indagare se i farmaci per il diabete potrebbero potenzialmente aiutare a prevenire o curare la demenza poiché il diabete di tipo 2 e la demenza condividono diversi modelli fisiologici. Purtroppo finora i risultati sono stati finora incoerenti. Inoltre hanno confrontato l’incidenza della demenza negli anziani con diabete di tipo 2 che ricevevano sulfanilurea o tiazolidinedione (TZD) con quelli che ricevevano metformina da sola per fare ulteriore luce su questo.
Per effettuare questo studio i ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 500.000 persone con diabete di tipo 2 tra il 2000 e il 2019. Dopo almeno 1 anno di trattamento farmacologico, l’uso di un TZD da solo è stato associato a un rischio inferiore del 22% di demenza da qualsiasi causa, rispetto all’uso della sola metformina. Se lo guardiamo più approfonditamente questo farmaco è stato associato a un rischio inferiore dell’11% di malattia di Alzheimer e a un rischio inferiore del 57% di demenza vascolare. Visto che sappiamo che le malattie vascolari aumentano il rischio di sviluppare l’Alzheimer, questi farmaci possono ridurre il rischio di demenza grazie ai suoi benefici sul sistema vascolare.
Mentre il rischio di demenza per qualsiasi causa era inferiore dell’11% per l’uso combinato di metformina e TZD, era superiore del 12% per l’uso di un farmaco sulfanilurea da solo, spingendo i ricercatori a suggerire che l’integrazione di una sulfonilurea con metformina o un TZD possono parzialmente compensare questi effetti. Un ulteriore analisi ha suggerito che i soggetti di età inferiore ai 75 anni hanno beneficiato maggiormente di un TZD rispetto ai pazienti più anziani, evidenziando l’importanza della prevenzione precoce per la demenza, osservano i ricercatori. E questi farmaci sembravano anche essere più protettivi nei pazienti in sovrappeso o obesi.
Ovviamente questo studio è osservazionale e quindi non è possibile trarre conclusioni definitive su causa ed effetto. I ricercatori stessi hanno affermato che alcune informazioni potenzialmente influenti non erano disponibili, inclusa la funzione renale e i fattori genetici, e che i partecipanti allo studio erano prevalentemente maschi e bianchi. Tuttavia gli studi futuri per riproporre i farmaci per il diabete per la prevenzione della demenza potrebbero prendere in considerazione la possibilità di dare la priorità ai TZD, sulla base delle loro scoperte. Inoltre questo può portare allo sviluppo di alcuni farmaci per le persone anziane ad alto rischio di demenza.
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