Una nuova mutazione genetica potrebbe spiegare il perché alcune persone, specialmente facenti parte della stessa famiglia, siano suscettibili al diabete e insufficienza renale, secondo un nuovo studio dell’Università dello Utah. La scoperta, fatta all’interno di più generazioni di una singola famiglia, potrebbe alla fine portare a trattamenti migliori per queste condizioni tra una serie di pazienti, indipendentemente dal fatto che abbiano ereditato la mutazione o meno.
In passato casi come questi erano rari e sporadici e quella scoperta di recente è stata la prima famiglia ha dimostrare questa mutazione e suggerire che può essere ereditaria. La cosa eccitante è che ci sono terapie in via di sviluppo che potrebbero migliorare questa condizione non solo all’interno di questa famiglia, ma più in generale in un vasto spettro di pazienti con diabete che sono a rischio di malattie renali.
Gli esperti sanno da tempo che le persone in sovrappeso o obese producono meno adiponectina, un ormone che promuove la sensibilità all’insulina, inibisce la morte cellulare e riduce l’infiammazione. Di conseguenza, questi individui sono più inclini a insulino-resistenza, diabete di tipo 2, malattie renali e altre condizioni pericolose per la vita. Per determinare se fosse presente una possibile causa genetica per l’insufficienza renale diabetica, i ricercatori hanno analizzato il DNA di una famiglia di 14 persone. In tutto, sei dei membri della famiglia in tre generazioni avevano il diabete e una malattia renale allo stadio terminale.
Scavando più a fondo, i ricercatori hanno utilizzato il sequenziamento dell’intero genoma per isolare un difetto in un gene chiamato ADIPOQ, che codifica per la proteina adiponectina. La mutazione accorcia il gene, interrompendo la sua capacità di produrre l’ormone, che scompone le ceramidi, una sostanza grassa simile al colesterolo. Le persone infatti affette da questa condizione avevano livelli elevati di ceramidi. Quest’ultime invece sono una forza trainante dietro l’insorgenza del diabete di tipo 2 e possono contribuire alla malattia renale diabetica.
Negli studi di laboratorio su cellule renali embrionali umane, i ricercatori hanno scoperto che solo una singola copia di questa mutazione era in grado di ridurre la produzione di questo ormone. I ricercatori hanno determinato che questa mutazione si verifica in circa una persona su 57.000. I portatori della mutazione genetica avevano circa l’85% in meno di adiponectina e il 30% in più di livelli di ceramidi circolanti nel sangue rispetto ai non portatori all’interno di questa stessa famiglia, che sono stati usati come gruppo di controllo.
Gli effetti biologici nella regolazione della sensibilità all’insulina, della tolleranza al glucosio e dei livelli di ceramide sono ben consolidati nei topi e l’attuale studio mostra che una perdita di questo ormone compromette la salute metabolica negli esseri umani. Sebbene lo studio sia stato condotto in una singola famiglia, i risultati potrebbero avere ampie implicazioni per la diagnosi e il trattamento di queste condizioni in molte persone. Possiamo utilizzare questi risultati come punto di partenza per lo sviluppo di farmaci personalizzati che imitano gli effetti benefici dell’adiponectina e riducono il rischio di diabete e malattie renali.
Foto di Tesa Robbins da Pixabay
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