La dieta di Okinawa prende il nome dall’omonimo arcipelago di isole giapponesi. Diventata famosa in tutto il mondo, si ispira all’alimentazione dei suoi abitanti che sono noti per la loro longevità.
Nelle isole di Okinawa infatti la durata della vita media è di 81,2 anni, la più alta del mondo, e il 20,6% della popolazione è centenaria o più. Un luogo dove l’indice di massa corporea medio è tra 18 e 22, mentre nei paesi europei è di 24,7.
Gli studiosi si sono scervellati nello studiare il fenomeno e sono giunti a una interessante conclusione: tutto merito della dieta. Innanzitutto a Okinawa esiste una visione dell’alimentazione tutta particolare. La chiave di volta è il termine ishokudoghen, ovvero: il cibo è una medicina, quindi mai sottovalutare il suo potere.
Una delle parole d’ordine per chi siede a tavola è la regola di mangiare solo l’80% di quello che il nostro appetito ci spingerebbe a fare. Il terzo concetto, e non il meno importante, è legato al modo di cucinare, cioè fare qualcosa con amore. Banditi completamente dall’alimentazione i cibi pronti e preparati di fretta.
La dieta di Okinawa, avendo un apporto calorico basso, 1.200 kcal al giorno, favorisce il dimagrimento, ma non è questo il suo unico vantaggio: grazie alla ricchezza di fibre e Omega 3 riduce il colesterolo e aiuta a prevenire le malattie come diabete, ictus, cardiopatie, cancro.
L’alimentazione degli abitanti di Okinawa è diversa da quella giapponese e risente di influenze taiwanesi e cinesi. Il pesce, innanzitutto, viene consumato in quantità tripla rispetto a quanto se ne mangia mediamente in Giappone; si consuma inoltre meno riso e un po’ più di carne, ma sempre in quantità limitate.
Uno dei motivi per cui la dieta di Okinawa può aiutare con la longevità è l’alto contenuto di antiossidanti. Gli alimenti a base vegetale, inclusa la patata dolce, sono ricchi di antiossidanti e proteggono dalle malattie per prolungare la vita. Inoltre, la restrizione calorica probabilmente contribuisce anche alla longevità a Okinawa, sebbene la base biologica per questo sia ancora oggetto di ricerca.
I principali benefici per la salute di questa dieta sono la sua elevata concentrazione vegetale per vitamine, minerali e fibre. Mira anche a consumare poco o nessun cibo trasformato e carboidrati raffinati. La dieta di Okinawa è associata a un minor rischio di malattie croniche e abbiamo molto da imparare da questo modello in Occidente.
Tuttavia vediamo meglio nel dettaglio quali alimenti prevede la dieta di Okinawa. Cominciamo con la colazione con l’immancabile tè verde, pane integrale, formaggio fresco, frutta. A pranzo si prediligono verdure da consumare in grande quantità, che hanno poche calorie e un alto poter saziante: zucchine, cetroli, broccoli, asparagi, patate, tofu, alghe ma anche funghi.
Nella cucina di Okinawa si consuma il beni imo, un tipo di patata viola e il goya, detto anche melone amaro. Un classico della cucina giapponese da consumare in questa dieta è la zuppa di miso, a base di soia e verdure, oltre naturalmente a sushi e sashimi. Per cena sera via libera alle proteine: si mangia pesce almeno tre volte la settimana, inclusi crostacei e molluschi.
Ottimo il pesce cotto al vapore, accompagnato da riso e pasta integrale. Da assumere con moderazione la carne, ma è bandita quella rossa. Uova fresche da mangiare con moderazione, concesso yogurt naturale e formaggi freschi. Tra un pasto e l’altro sono consentiti spuntini salutari come frutta e verdura freschi.
Le influenze alimentari occidentali stanno però incidendo negativamente sulla popolazione di Okinawa, tanto che anche qui è comparso il problema dell’obesità. Ma i principi della dieta di Okinawa possono essere seguiti facilmente anche in altri Paesi, con la speranza che ci aiuti a dimagrire e a vivere cent’anni.
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