In questi giorni molti si è parlato della dieta universale e della necessità di cambiare il nostro regime alimentare prima che sia troppo tardi. Secondo L’ONU la popolazione mondiale potrebbe presto arrivare a 9/10 miliardi di persone e la Terra non avrà sufficienti risorse per sfamare tutti. Per questo si cercano nuovi regimi alimentari sostenibili, che eviteranno la distruzione del nostro pianeta e sfameranno tutti. Oltre alla dieta universale, incentrata su legumi e verdure, alcuni ricercatori hanno proposto una dieta a base di insetti. In fondo già oltre 2 miliardi di persone seguono un tipo di dieta del genere e gli insetti commestibili sono largamente usati in molti paesi.
Un’alimentazione basata sugli insetti, come grilli e scarafaggi, ricchi di proteine e sostanze nutritive, avrebbe un minore impatto sull’ambiente. Per allevare insetti occorre meno la metà del cibo necessario per allevare polli e maiali, ed un dodicesimo di quello che serve per allevare mucche.
Fino ad ora però gli insetti consumati sono catturati in natura e consumati in quantità ridotte. Ma che cosa accadrà se anche gli insetti saranno allevati a livello industriale? Questo processo potrebbe infatti produrre più rifiuti e sollevare questioni etiche.
Come afferma Åsa Berggren, ecologista dell’Università svedese di scienze agrarie di Uppsala, “in realtà, non ne sappiamo molto” ed è necessario studiare l’impatto e la sostenibilità dell’allevamento industriale degli insetti.
In un articolo sulla rivista Trends in Ecology and Evolution, Berggren ha esposto le incognite che potrebbero essere nascoste dietro la produzione industriale di insetti. Una produzione che, secondo il suo studio, potrebbe avere un mercato di circa 710 milioni di dollari.
Non conosciamo ancora quali potrebbero essere le conseguenze dell’allevamento industriale degli insetti e quali conseguenze indesiderate ci possano essere.
È vero che gli insetti richiedono meno cibo per essere allevati e forniscono più proteine, ma questo significa che i terreni agricoli potrebbero venir sfruttati di nuovo per produrre cibo per gli animali che sfameranno l’uomo, ed ancora non sappiamo in che misura avverrà. Inoltre si dovrebbero cercare di trovare insetti commestibili che crescano velocemente e che siano facilmente adattabili a diverse condizioni di vita.
Al momento ci sono già allevamenti di grilli, come ad esempio quello dell’Aspire Food Group, che produce grilli e farina di grilli. Questa società inoltre utilizza tutta la “cacca” prodotta dai grilli per fertilizzare i terreni agricoli. Secondo Gabe Mott, cofondatore e direttore operativo di Aspire, la cacca di grillo ha percentuali di azoto, potassio e fosforo simili a quelle dei fertilizzanti commerciali, ma amplificherebbero i tassi di crescita delle piante.
Ma non ci sono ancora studi approfonditi sull’attività di Aspire, e la scala a cui lavorano produce effetti per il momento trascurabili.
Berggren ha affermato di credere “negli insetti come fonte di cibo. Ho una prospettiva positiva. Ma vorrei che le persone la vedessero come una soluzione non semplice, di non pensare che allevare un tipo di insetti risolva i problemi. Il mondo e i nostri sistemi alimentari sono molto più complessi di così. Gli insetti rappresentano comunque un’opportunità”.
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