Il sistema Didymos è classificato come Near-Earth Object (NEO), il che significa che non è troppo vicino, ma che potrebbe colpirci, rendendolo perfetto per testare la nostra difesa planetaria dai meteoriti. Il progetto congiunto di valutazione dell’impatto e della deflessione degli asteroidi (AIDA), lanciato dall’ESA e dalla NASA nel 2015, sarà il veicolo spaziale DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA.
“Oggi siamo i primi umani nella storia ad avere la tecnologia per deviare un asteroide dall’impatto sulla Terra”, ha detto l’astronomo Ian Carnelli dell’ESA alla Technology Review. “La domanda chiave a cui resta da rispondere è: le tecnologie e i modelli che abbiamo sono abbastanza validi per funzionare davvero? E’ necessario disporre di una difesa planetaria. Bene, AIDA è la difesa per il pianeta Terra”.
Tuttavia, potrebbero esserci delle complicazioni. Quando l’agenzia spaziale giapponese JAXA ha bombardato l’asteroide Ryugu in aprile, ha creato un cratere molto più grande del previsto. Inoltre, il materiale sulla superficie si è comportato come la sabbia, il che potrebbe influire sull’efficacia della deflessione. “Se la gravità domina anche su Didymos B, potremmo finire con un cratere molto più grande di quanto i nostri modelli e gli esperimenti di laboratorio fino ad oggi abbiano dimostrato”, ha spiegato lo scienziato planetario Patrick Michel del CNRS.
“In definitiva, si sa molto poco sul comportamento di questi piccoli corpi durante gli impatti e questo potrebbe avere grandi conseguenze per la difesa planetaria”. La missione è prevista per il lancio nel luglio 2021, con l’impatto previsto per settembre 2022. Un cubesat chiamato LICIAcube si staccherà dall’imbarcazione DART poco prima dell’impatto e trasmetterà le foto dell’impatto sulla Terra per l’analisi, quindi avremo posti in prima fila per vedere se siamo condannati o meno.
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