L’agenzia spaziale russa Roscosmos e la sua controparte, l’Agenzia spaziale europea (ESA), hanno lanciato a marzo 2016 l’orbiter Trace Gas Orbiter e, nell’ottobre dello stesso anno, ha raggiunto l’orbita di Marte. In questa occasione, ciò che ha lasciato stupiti gli scienziati è stata la fotografia che la sonda è stata in grado di catturare con la fotocamera CaSSIS (il sistema di imaging a colori e stereo).
Si tratta di un un cratere il cui diametro è di circa 4,35 miglia, situato nell’emisfero settentrionale del pianeta rosso. La foto mostra chiaramente come la luce del Sole abbagli il ghiaccio che copre l’intera superficie del cratere, nonché i suoi muri e parti delle regioni adiacenti, come dettagliato dall’Agenzia spaziale europea in una dichiarazione.
La costruzione del TGO nell’ambito del programma ExoMars, in collaborazione con l’agenzia spaziale russa, ha lo scopo di studiare l’origine potenzialmente biologica o geologica delle tracce di gas nell’atmosfera.
Uno dei grandi obiettivi della scienza è scoprire se esiste vita su Marte e il metano, un gas alla base della formazione dei processi geologici o biologici che può darci un indizio sull’esistenza della vita sul pianeta rosso. Tuttavia, a marzo di quest’anno, uno studio pubblicato dalla rivista Nature ha concluso che questo gas non esiste nel territorio marziano.
“Non c’è metano su Marte né vi è stato negli ultimi 350 anni“, ha detto l’astrofisico spagnolo e membro di quest’ultimo gruppo scientifico, José Juan López Moreno.
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