In che modo il nostro clima cambierà se la situazione dovesse protrarsi invariata nei prossimi decenni? La risposta dipende in buona parte delle emissioni di gas serra, ma non solo: c’è in funzione un intero sistema di processi fisici e biologici interconnessi che determinano le caratteristiche del sistema climatico del pianeta. Uno di questi processi è determinato da qualcosa di insospettabile: si tratta di piccoli batteri, presenti prevalentemente negli oceani tropicali, in grado di determinare la quantità di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera.
Protagonista principale di questo curioso quanto determinante processo è il fitoplancton. Proprio come le piante, il fitoplancton basa il proprio processo nutritivo sfruttando la luce solare e “giocando” con l’anidride carbonica, assorbendone in gran quantità durante la loro crescita. Nel momento in cui questi esseri muoiono, sprofondano sul fondale dell’oceano, portando con sè il loro prezioso carico di anidride carbonica. Questo processo di rimozione della CO2 dall’aria viene definito “pompa biologica“. Più estesa è l’azione della popolazione di fitoplancton, meno anidride carbonica sarà rilasciata nell’atmosfera e più la Terra sarà fredda.
Possiamo in qualche modo volgere il processo della pompa biologica a nostro vantaggio? Secondo gli scienziati è ipotizzabile, ma con delle riserve
Il clima delle ere glaciali che si sono susseguite sulla Terra era dovuto in parte ad un processo di pompaggio biologico più incisivo; durante le glaciazioni infatti, le temperature globali erano inferiori di 5 gradi rispetto ad oggi e i ghiacciai coprivano le terre emerse e il livello del mare era più basso di oltre 100 metri. Queste condizioni sono state la diretta causa del calo della CO2. La capacità dell’oceano di trattenere anidride carbonica dipende infatti dalla modalità di circolazione delle acque, che determinano il livello di conservazione di CO2, ma questo spiega solo una parte del fenomeno, il resto essendo determinato dall’azione della pompa biologica.
Data l’impellente necessità di ridurre la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, potrebbe essere interessante considerare la possibilità di “rafforzare” il processo di raffreddamento innescato dalla pompa biologica, anche se sarebbero necessarie molte più ricerche per determinare i potenziali rischi e benefici di questo tipo di intervento. Anche se non proviamo a “geoingegnerizzare” il pianeta, i cambiamenti nella pompa biologica potrebbero comunque giocare a nostro favore senza l’intervento dell’uomo; vi sono infatti prove che la quantità di azoto nell’aria è aumentata drasticamente negli ultimi decenni, segno di un rinvigorimento del “sistema-pompa biologica”.