Gli studenti di un’università privata del Nicaragua ha creato un braccialetto che permetterà alle persone non vedenti di individuare gli oggetti utilizzando frequenze radio e vibrazioni. Una nuova tecnologia in grado di aiutare chi ha problemi di vista e che si pone di diritto sul mercato dei wearable in modo deciso, e non per il consueto fattore moda.
Il bracciale, creato da un gruppo di studenti di ingegneria e medicina presso l’Università Cattolica Unica, è un dispositivo che funziona grazie alla relazione tra la vibrazione del bracciale stesso e la distanza tra la persona e l’oggetto da raggiungere. Ne spiega il funzionamento lo studente Kevin Morales, uno dei creatori.
L’oggetto, per essere facilmente identificato, dovrà avere un adesivo o una decalcomania con un microchip che attiverà il movimento e lo renderà individuabile dal resto degli oggetti circostanti.
Se la persona non vedente è a 20 metri di distanza, il bracciale emette una vibrazione ripetendola quattro volte ogni 10 secondi; se si trova ad una distanza di 10 metri, la vibrazione aumenterà di cinque volte ogni 10 secondi.
Insomma, più la persona si avvicinerà all’oggetto, più la vibrazione sarà costante. In tal modo, la persona potrà pianificare gli oggetti che desidera cercare.
L’idea del bracciale nasce con la richiesta formulata dalla Fondazione Telethon per il concorso “Ideaton”, a fine maggio. L’iniziativa ha caratteristiche accademiche, ma ha trovato il sostegno del pubblico. tanto che “potrebbe essere adattata per le strade pubbliche e per i centri commerciali“. Una bella iniziativa, nonché un modo per mettere la tecnologia a disposizione delle persone con questo tipo di problemi.