É stato tremendo quest’oggi il risveglio dei parigini quando hanno appreso la raccapricciante notizia del raid dell’ISIS di ieri sera. É scattato lo stato di Emergenza Parigi. Ciò che abbiamo potuto vedere su Social e Media tradizionali è davvero raccapricciante.
Gli #hashtag dell’emergenza Parigi
Come è già accaduto in situazioni analoghe, l’impatto mediatico sui social è stato del tutto significativo e pressoché di prim’ordine. Mentre i criminali estremisti festeggiavano utilizzando l’hashtag arabo di Parigi in fiamme, sui media stanno ancora avendo grande impatto #PrayforParis, #FranceUnderAttack, #Isis e molto altro ancora. Le immagini più raccapriccianti, puntualmente riprese e pubblicate in tv, sono comparse sul web già pochi minuti dopo i primi attacchi. Particolare rilevanza ha suscitato l’adozione dell’hashtag #PorteOuverte (porte aperte): con questo, i Parigini si sono impegnati a fornire un rifugio immediato a chi era bloccato in strada e non poteva o voleva muoversi per ritornare a casa o in hotel, temendo di incorrere in un nuovo attentato. Come già avvenuto per altri disastri, Facebook ha immediatamente inserito la possibilità di pubblicare in bacheca un post per avvertire amici e contatti di stare bene, nonostante gli attentati.
L’ISIS assedia Parigi e si prepara ad un nuovo attacco
Il primo ministro francese Franςoise Hollande proclama lo stato generale di emergenza su Parigi a seguito dei recenti attacchi sferrati dai miliziani arruolati tra le file dell’ISIS. Un attacco programmato, annunciato, che si aggrega al filone interventista delle fazioni estremiste del movimento orientale che in questi giorni hanno deliberatamente sabotato i server di Twitter con lo scopo di divulgare specifici dati inerenti i membri di note organizzazioni anti-terroristiche quali FBI, CIA ed NSA ora divenuti probabile bersaglio dell’organizzazione.
Una violenza inaudita che ha gettato nello sconforto un’intera nazione costretta ad assistere all’accanita ferocia dei ribelli che hanno massacrato senza scrupoli 126 civili ferendone altri 200, 80 dei quali versano in condizioni irreparabili. Un modo d’agire, per loro, normale che rientra appieno nel piano di terrorismo internazionale volto a sgominare il nemico occidentale.
Come la tecnologia e i social possono aiutarci in queste situazioni ad altro rischio?
Le autorità e gli inquirenti sono già al lavoro per verificare eventuali ipotesi si reato o localizzare cellule criminali limitrofe in contatto, tra di loro, sui social network e i possibili canali di comunicazioni online. E’ purtroppo vero che difficilmente vengono riscontrati messaggi criminali in chiaro inviati via email oppure su Facebook e Twitter, ma è uno dei filoni d’indagine da seguire, per evitare, in futuro, il ripetersi di giornate così devastanti. E gli inquirenti, in tal senso, sanno il fatto loro.
Mentre oggi, i social sono invasi dai commenti , Facebook ha annunciato la possibilità di inserire la bandiera francese nella foto del profilo come segno di solidarietà.
Cosa può succedere?
Il raid di Parigini ha visto impegnati ben otto terroristi dislocati nelle sedi strategiche degli ambienti pubblici. Il Bataclan, lo Stade de France e le zone limitrofe sono stati i centri d’assedio terroristico che hanno impegnato le forze di polizia locali. Uccisi quattro terroristi mentre altri tre si sono fatti saltare in aria grazie a cinture esplosive che, detonando, hanno portato alla morte di tre ignari passanti e numerosi feriti.
Il colloquio telefonico svoltosi stamane tra il Presidente americano Barack Obama ed Holland ha messo in luce la comune volontà di fronteggiare il fenomeno, mentre in Italia cresce la paura in vista del prossimo Giubileo. Stando alle passate dichiarazioni, Roma sarà il centro strategico del prossimo attacco ISIS. E siamo sicuri che la tecnologia e le comunicazioni online avranno anche stavolta un ruolo chiave, sperando che tutto, stavolta, sia utile a scongiurare ogni azione criminale.
Attacco a Parigi, la Gallery