Gli alieni esistono o no? Esistono altre forme di vita oltre quelle presenti sulla Terra? Queste sono alcune domande che tantissime persone si pongono continuamente, curiosi di sapere se effettivamente siamo l’unica forma di vita presente nell’intero universo. Sono numerose e continue le ricerche e le esplorazioni dei vari pianeti e stelle. Ma dove effettivamente c’è più possibilità di incontrare forme di vita? Su Marte, con i suoi segni di un lontano passato ricco di acqua? Europa, la luna marrone di Giove che potrebbe contenere un oceano sotterraneo? Venere, che un miliardo di anni fa avrebbe assomigliato molto alla Terra?
Alcuni scienziati, dopo un recente studio, hanno deciso di optare per Encelado, dove infatti ci sono prove crescenti che la minuscola e luminosa luna nasconda un oceano di acqua salata in ebollizione, che potrebbe supportare la vita microbica. Non per nessun motivo la NASA definisce Encelado “una delle destinazioni scientificamente più interessanti del sistema solare”.
Purtroppo, fare ricerca approfondita di Encelado è molto difficile, se non impossibile. Marte è molto più vicino. Europa è già l’obiettivo di un’imminente missione sonda. E la luna della Terra, con i suoi potenzialmente migliaia di miliardi di dollari di minerali, incombe su tutto, motivo per cui non sono disponibili attualmente missioni di ricerca su Encelado, che comunque è anche molto più lontano e quindi necessita una progettazione molto più studiata e specifica.
Oggi nei circoli scientifici non è controverso affermare che non siamo soli nell’universo. Dopotutto, ci sono decine di milioni di galassie che possiamo vedere dalla Terra. Ognuna di quelle galassie contiene potenzialmente decine di miliardi di pianeti. “Perché dovremmo essere gli unici?” Martin Dominik, un astronomo dell’Università di St. Andrews in Scozia, chiese a The Daily Beast.
Ma in secoli di ricerche nel cielo notturno e decenni di esplorazione spaziale, la razza umana non ha ancora trovato prove incontrovertibili della vita aliena. Probabilmente il più vicino che siamo arrivati è stato nel 1976, quando i lander vichinghi della NASA hanno raccolto terreno sulla superficie di Marte che si è rivelato fugacemente positivo per i microbi.
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