La nota azienda di cioccolato, Ferrero, deve fare i conti con il focolaio di salmonella scoperto nei suoi prodotti dopo essere stati assunti. Al momento si contano oltre 150 persone colpite e 29 casi sono ancora in fase d’accertamento. Sono numeri che fanno preoccupare i genitori non solo in Italia bensì in oltre nove paesi dell’Unione Europea. Oltre ai Schoko-Bons, sono stati richiamati gli Ovetti Kinder Sorpresa T6 “Pulcini” e i Kinder Sorpresa Maxi “Puffi” e “Miraculous”.
Tuttavia quali sono i sintomi che potrebbero presentarsi quando si parla di salmonella? Gli esperti spiegano che chi ha contratto questi batteri possono soffrire di vomito, diarrea e febbre. Per capire se si tratta realmente di salmonella bisogna sottoporsi ad esami specifici in accordo con il proprio medico di base. Tra gli esami più comuni c’è la “coprocultura”, l’esame delle feci.
Nel dicembre 2021, il batterio è stato rilevato in un serbatoio di latticello presso lo stabilimento belga della Ferrero durante i propri controlli. L’azienda ha implementato alcune misure igieniche e sono stati aumentati il campionamento e il test dei prodotti e dell’ambiente di lavorazione. Dopo il test negativo per la Salmonella, ha poi distribuito i prodotti a base di cioccolato in tutta Europa e nel mondo. Alla fine di marzo 2022, dopo la disponibilità dei dati di sequenziamento, gli scienziati hanno collegato casi umani allo stabilimento in Belgio attraverso tecniche di tipizzazione molecolare avanzate.
Nell’Aprile del 2022 sono emerse le prime segnalazioni della salute pubblica e l’azienda ha da subito ritirato i propri prodotti sul mercato. L’8 aprile 2022, a seguito di controlli ufficiali, l’autorità per la sicurezza alimentare in Belgio ha ritirato l’autorizzazione alla produzione dell’azienda. Inoltre, l’azienda ha richiamato tutti i lotti di tutti i prodotti prodotti nello stabilimento belga, indipendentemente dal numero di lotto o dalla data di scadenza. L’azienda ha assicurato che sta collaborando alle indagini con le autorità per la sicurezza alimentare e ha affermato che ci sono state inefficienze interne che hanno creato ritardi nei richiami e nella condivisione delle informazioni.
Gli esperti dell’EFSA e dell’ECDC affermano che sono necessarie ulteriori indagini per identificare la causa principale, il tempo e i possibili fattori alla base della contaminazione, compresa la valutazione di un possibile uso più ampio delle materie prime contaminate in altri impianti di lavorazione. Poiché la tipizzazione molecolare non viene eseguita di routine in tutti i paesi, alcuni casi potrebbero non essere rilevati. Qualsiasi domanda relativa ai richiami di prodotti in corso e ai consigli dei consumatori dovrebbe essere rivolta alle autorità nazionali per la sicurezza alimentare.
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
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