L’equinozio è quel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore. Esso ricorre due volte durante l’anno solare e in quel momento il periodo diurno, ovvero quello di esposizione alla luce del Sole, e quello notturno sono uguali. Gli equinozi si presentano a marzo e a settembre. L’equinozio di marzo, chiamato anche di primavera, segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, mentre quello di settembre termina l’estate e introduce l’autunno.
Quest’ultimo non si basa su eventi celesti, ma piuttosto sul ciclo annuale della temperatura e sul calendario di 12 mesi. Durante gli equinozi l’asse di rotazione terrestre si trova perpendicolare alla direzione dei raggi solari e quindi in ogni punto del pianeta dove il Sole supera l’orizzonte la durata diurna è uguale a quella notturna, eccezion fatta per le peculiarità terrestri dovute all’atmosfera.
Negli equinozi il sole sorge e tramonta rispettivamente all’est e all’ovest geografico, e a mezzogiorno è allo zenit; ciò comporta una durata del dì pressoché identica a quella della notte. Il centro del disco solare è sopra l’orizzonte per dodici ore consecutive, anche se il fenomeno di diffusione atmosferica della luce fa sì che la Terra sia illuminata già da circa mezz’ora prima dell’alba a circa mezz’ora dopo il tramonto; inoltre la figura del Sole appare in una posizione diversa da quella in cui dovrebbe essere visibile se non filtrata dall’atmosfera.
Gli equinozi segnano anche il momento di passaggio da un minore a un maggiore periodo di insolazione durante la giornata rispetto a quello di buio e viceversa. Le prime civiltà hanno trovato l’equinozio di primavera e questi altri eventi celesti un modo affidabile per tenere traccia delle stagioni, e molte delle culture odierne continuano a rendere loro omaggio proprio come facevano i loro antenati.
Nel famoso sito britannico di Stonehenge, fino a 1.000 druidi e pagani si radunano ancora ogni anno durante l’equinozio di primavera per assistere al sorgere dell’alba sul monumento preistorico. A El Castillo, in Messico, tra le rovine Maya di Chichén Itzá, si riuniscono ancora di più nella stessa data per vedere il sole creare ombre che sembrano un serpente che striscia giù per i gradini della piramide. Sembra che mentre l’umanità ora vanta calendari moderni per tenere traccia delle nostre stagioni sotto il sole, il punto in cui il nostro pianeta ruota in relazione a quella grande e luminosa stella nel cielo rimane un metodo che vale la pena ricordare.
Foto di Jill Wellington da Pixabay
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