Facebook è invaso da fake news e post di disinformazione generale

Nel periodo di Covid-19 Facebook è ricco di fake news e disinformazione. Vediamo come fare per riconoscere ed evitarle il più possibile

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La pandemia di Covid-19 che ha sconvolto le nostre vite in questo 2020 e che non sembra accennare ad una diminuzione, ha portato grandi peggioramenti anche su Facebook, il social network più utilizzato in assoluto. I momenti di crisi sono ideali per il propagarsi delle fake news. Lo dimostrano le alte cifre segnalate da Facebook nell’ultimo Community Standards Enforcement Report del 2020, dove oltre ai preoccupanti dati sulla violenza online, sono stati rilevati 2 miliardi di profili falsi e 50 milioni di contenuti inattendibili sull’emergenza COVID-19.

 

La disinformazione su Facebook

Sulle nostre bacheche in questi periodi è molto facile trovare fake news sul Covid-19, sul 5G, un argomento sempre molto attuale ed al centro di grande disinformazione, sui rischi di un nuovo lockdown ecc. L’azienda di Mark Zuckenberg ha già adottato delle strategie per cercare di ridurre notevolmente le fake news e la disinformazione che regna sovrana sul social. Alcuni esempi pratici sono il pulsante con la lettara “i” che troviamo nell’angolo in basso a destra delle immagini di anteprima dei post su FB, che ci consente di entrare più nel dettaglio nelle informazioni del post e verificare la sua attendibilità. Inoltre, gli utenti e gli amministratori di pagine che pubblicano o condividono fake news vengono informati direttamente da Facebook sull’inattendibilità delle notizie. Entrambe le categorie ricevono un messaggio, a volte anche nel momento stesso della condivisione se la notizia è già stata contrassegnata. Se non viene eliminata dopo tot tempo, la pagina subirà una segnalazione.

Panda Antivirus consiglia inoltre anche di verificare alcuni aspetti per riconoscere le fake news e quelle reali. Nel dettaglio, bisogna verificare sempre la fonte, controllare con una ricerca online se la notizia è vera, aprire sempre la notizia e non fermarsi ai titoli, non fare affidamento soltanto per la presenza di immagini e video, spesso anch’essi fake.