Il progresso scientifico può portarci a risultati inimmaginabili solo pochi anni fa, oggi uno sciame di mini robot può combattere il cancro dall’interno, ma abbiamo anche a disposizione un efficace farmaco anti-Aids.E si tratta di un dispositivo medico in commercio da diversi anni. Peccato che la pillola in questione costi 700 euro al pezzo. Perché un prodotto così importante ha un prezzo tanto proibitivo? Merito (colpa?) di Martin Shkreli che nel 2015 ha acquistato il brevetto di questo farmaco salvavita che in precedenza veniva venduto a 8 euro a pillola.
Shkreli, CEO della Turing Pharmaceutical non si è mai nascosto dichiarando di voler solo “fare business”, aggiungendo che i fondi incassati sarebbero stati determinanti per la lotta all’AIDS. Qualcuno ha attribuito a questo uomo d’affari il poco lusinghiero titolo di “uomo più cattivo d’America”. Il brevetto del Daraprim, questo il nome del farmaco anti-Aids, però non è sufficiente per mettere al sicuro i vertiginosi guadagni di Shkreli per gli anni a venire. Scopriamo insieme perché.
Daraprim, il farmaco anti-Aids venduto a peso d’oro
Sembra la trama di un film, ma un gruppo di studenti di 17 anniè riuscito a sconfiggere l’avido uomo d’affari. A riuscire nell’impresa è stata una classe della Sydney Grammar School, il cui obiettivo era riprodurre il principio attivo del Daraprim. Ne abbiamo parlato come farmaco anti-aids, ma questo medicinale viene utilizzato anche contro la toxoplasmosi e somministrato ai malati di tumore.
Il gruppo di ragazzi ha riprodotto il Daraprim, vendendo le pillole al modico prezzo di un euro al pezzo. Ora sì che si ragiona. E se pensate che il team di ragazzini si sia fermato qua vi sbagliate, è stato anche pubblicata la ricetta sul sito opensourcemalaria.org, in modo che ognuno sia in grado di replicare quanto hanno fatto loro.
Grande soddisfazione da parte del Dottor Williamson, che ha seguito il team in veste di tutor, un esperienza che mostra “quanto il prezzo del medicinale sia ridicolo è ingiustificato”. Shkreli, attravero il suo profilo Twitter (attualmente sospeso), ha replicato con un secco “no” a chi gli chiedeva se avrebbe accettato questo genere di concorrenza.
Fonte: corriere.it