Un gruppo di scienziati ha analizzato delle foglie fossili provenienti da una foresta vissuta 23 milioni di anni fa, aiutando così a far luce sui livelli di anidride carbonica presenti nell’atmosfera nel Miocene.
Le foglie sono state recuperate dall’antico letto di un lago neozelandese che contiene resti di alghe, insetti, funghi e foglie del Miocene inferiore. Un periodo in cui si pensava che l’atmosfera terrestre contenesse elevate concentrazioni di anidride carbonica, stimate all’incirca attorno alle 300 parti per milione.
La foglia è stata un ottimo oggetto di studio in quanto, come ha spiegato Tammo Reichgelt, scienziato aggiunto presso il Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University e assistente professore di geoscienze presso l’Università del Connecticut, principale autore dello studio, “la cosa sorprendente è che queste foglie sono fondamentalmente mummificate, quindi abbiamo le loro composizioni chimiche originali e possiamo vedere tutte le loro belle caratteristiche al microscopio. È stato dimostrato che all’epoca la CO2 era alta, ma ci sono stati dei paradossi”.
Il lago si trovava in un piccolo cratere vulcanico ormai silente, situato nei pressi di una fattoria a Dunedin, in Nuova Zelanda. Il cratere ha un diametro di circa un chilometro ed un tempo ospitava un lago isolato e successivamente ricoperto da diversi strati di sedimenti nel corso dei millenni. I ricercatori hanno dato a questo luogo il nome di Foulden Maar. Si tratta dell’unico deposito di questo tipo conosciuto nell’emisfero australe e di gran lunga il meglio conservato.
Per questo nuovo studio, il team di ricerca ha prelevato dei campioni da un carotaggio eseguito per 100 m di profondità nel 2009. Nel carotaggio sono evidenti gli strati bianchi di alghe silicee che si sono accumulate ogni primavera per 120.000 anni, alternati a strati nerastri di materia organica e foglie cadute. Si tratta delle foglie di una foresta sempreverde subtropicale perfettamente conservate, tanto da renderne ancora visibili gli stomi. Inoltre le foglie fossili mantengono le loro composizioni chimiche originali.
Grazie all’analisi di queste foglie fossili, i ricercatori sono stati in grado di analizzare gli isotopi del carbonio presenti in una mezza dozzina di specie di alberi presenti a vari livelli nel deposito permettendogli di stabilire il contenuto di carbonio dell’atmosfera in quel momento. Hanno stimato che la CO2 atmosferica era presente in circa 450 parti per milione.
Hanno inoltre dimostrato che gli alberi erano super efficienti nell’aspirare il carbonio attraverso gli stomi, senza perdere molta acqua attraverso di essi. Questo ha permesso a questi alberi di crescere in aree marginali che altrimenti sarebbero state troppo aride per le foreste.
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