I casi di infezione da “Fungo nero” in India stanno aumentando sempre di più nei pazienti già debilitati dal Covid-19. L’infezione è causata da un gruppo di muffe chiamate mucormiceti che vivono in tutto l’ambiente e in genere non attaccano le persone altrimenti sane. Tuttavia coloro che hanno problemi di salute o che assumono farmaci che riducono la capacità del corpo di combattere germi o malattie, potrebbero infettare i seni o i polmoni se inalati attraverso l’aria o sulla pelle lesa.
Diabete, cancro, trapianti di organi, trapianti di cellule staminali, globuli bianchi bassi, uso di droghe iniettabili, troppo ferro, lesioni cutanee e peso alla nascita prematuro o basso sono tutti considerati fattori di rischio. Le infezioni sono aumentate a oltre 30.000 in tre settimane, con almeno 2.100 decessi, portando sempre di più a chiedere aiuto per quelle persone che ancora non sono state vaccinate contro il Covid-19.
I sintomi possono presentarsi come gonfiore facciale unilaterale, mal di testa, congestione nasale o sinusale, lesioni nere sul ponte nasale o febbre. Altri possono provare dolore addominale, nausea, vomito o persino sanguinamento gastrointestinale. Non può essere diffuso tra le persone o tra gli animali. Non esiste un vaccino per prevenire l’infezione, ma quelli considerati ad alto rischio possono assumere un farmaco antimicotico per prevenirla.
In India, i funzionari sanitari hanno avvertito i medici di limitare l’uso di steroidi nei pazienti con coronavirus, in particolare in quelli con diabete. I medici sospettano che le cause principali che hanno portato alla luce questa infezione sono senza alcun dubbio dagli ospedali super affollati e dalla mancanza di ossigeno medico, lasciando i pazienti vulnerabili.
Si tratta di una malattia con il 50% di mortalità e colpisce soprattutto le persone con un sistema immunitario compromesso. Può attaccare le cavità nasali fino alle ossa del viso e invadere il cervello. Spesso l’unico trattamento è l’asportazione chirurgica delle zone infettate. Prima del Covid la mucormicosi rinocerebrale era considerata una malattia rara a livello globale. La comunità scientifica sta studiando il motivo per cui molti pazienti che erano stati contagiati dal Covid-19, oppure che erano appena guariti, poi sono stati colpiti da mucormicosi.
L’infezione sembra più frequente nei pazienti che sono stati molto tempo in terapia intensiva, facendo sospettare che l’ossigeno sia stato contaminato, oppure nei pazienti di Covid diabetici, trattati con il cortisone. Tuttavia il problema di questa infezione non è solo per l’India, è a livello globale. Nel frattempo sia il fungo nero che la variante Delta del Covid-19 stanno infettando anche altri paesi del mondo, facendo crescere sempre di più la preoccupazione riguardo la possibile inefficacia dei vaccini di debellare o per lo meno contenere questa nuova variante.
È anche per questi motivi che l’Organizzazione mondiale della sanità nei giorni scorsi ha approvato in emergenza i vaccini cinesi. Sebbene l’efficacia dei vaccini cinesi sia inferiore rispetto a quelli occidentali, offrirebbero un rallentamento delle infezioni. Senza la messa in sicurezza di quei paesi, tornare alla “normalità” del mondo globalizzato è un’utopia.
Foto di Jeyaratnam Caniceus da Pixabay
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