Le condizioni su Marte sono così letali che persino i progetti più completi per proteggere gli astronauti e i futuri coloni li lascerebbero esposti a livelli pericolosi di radiazioni cosmiche e di estremi ambientali.
Secondo Kennda Lynch, astrobiologo e geomicrobiologo presso il Lunar and Planetary Institute negli Stati Uniti, le agenzie spaziali devono alterare il DNA dei futuri astronauti e coloni in modo che possano sostenere meglio la vita sul pianeta rosso. Per Lynch, questo potrebbe essere necessario per dare ai coloni le migliori possibilità di sopravvivenza.
La scorsa settimana, l’astrobiologo ha discusso questa teoria in occasione di una conferenza online ospitata dalla New York Academy of Sciences. Ed ha auspicato che sarebbe meglio modificare il genoma umano per sopravvivere su Marte anziché cercare di terraformare il pianeta per essere meno inospitale per gli umani. Altrimenti, i coloni rischierebbero di rimuovere le prove di qualsiasi ecosistema nativo, passato o presente. “E come potremmo scoprire una possibile vita su quel pianeta se, prima di partire, lo modifichiamo?”, ha chiesto Lynch durante l’evento.
Identikit dei coloni
Per Lynch, tecnologie come l’ingegneria genetica “potrebbero essere necessarie se le persone vogliono vivere, lavorare, prosperare, stabilire la propria famiglia e rimanere su Marte“. “È a questo punto che questo tipo di tecnologia può essere fondamentale“, ha aggiunto.
Il ricercatore ha suggerito che l’ingegneria genetica potrebbe anche essere impiegata per creare “microbi” che aiuterebbero i coloni a stabilire la loro presenza sul suolo marziano.
“Queste sono alcune delle cose che possiamo fare per aiutarci a fare le cose di cui abbiamo bisogno, per aiutare a fare materiali per costruire i nostri habitat“, ha detto. “Queste sono molte cose che gli scienziati stanno studiando ora“.
Christopher Mason, genetista di Weill Cornell Medicine e partecipante alla stessa conferenza, ha persino affermato che cambiare il DNA degli astronauti potrebbe rivelarsi un imperativo categorico, un principio fortemente sentito che obbliga le persone ad agire.
“E forse siamo eticamente obbligati a farlo?“, si è chiesto Mason. “Penso che se si tratta di una missione abbastanza lunga, potrebbe essere necessario fare qualcosa, supponendo che sia sicuro; cosa che ancora non possiamo dire“.
Lynch non è il primo a suggerire di alterare il DNA dei coloni spaziali. Nel 2018, un team di ricercatori polacchi ha sostenuto che potrebbero essere necessarie modificazioni genetiche se i futuri abitanti vogliono avere figli su Marte.