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I gatti selvatici dopo gli incendi in Australia: una seconda piaga

Sembrerebbe che la situazione in Australia si stia risolvendo, soprattutto grazie all’arrivo delle piogge in molte zone. Se da un lato gli uomini adesso devono far fronte a tutti i danni, a fare la conta di quello che si è perso e di quello che è rimasto, per gli animali l’inferno non è ancora finito. Senza più le loro case, molte specie sono costrette a vagare in lande desolate e ferite in cerca di riparo mentre un nemico spaventoso li insegue senza tregua, i gatti selvatici.

È risaputo che queste palle di pelo sono la causa dell’uccisione di decine di miliardi di uccelli, di piccoli mammiferi, rettili e anfibi in tutto il mondo. Una strage quotidiana e continua. Sono ottimi cacciatori che non hanno paura di nulla, ma sicuramente non disdegnano una preda facile e per questo in Australia sta succedendo qualcosa di particolare. Sono stati avvistati molti esemplari abbandonare i propri territori per dirigersi verso le zone ferite dalle fiamme.

 

I gatti dopo gli incendi in Australia

Diversi studi hanno messo sotto controllo i gatti. Alcuni sono stati visti viaggiare anche 30 km e stare via fino a due mesi solo per andare a cacciare nelle zone devastate. Sono stati visti prendere di mira tutte quegli animali feriti o stremati a causa degli incendi. Un altro studio ha collegato delle telecamere su 13 gatti selvatici. Il risultato è stato assistere a 7,2 vittime a gatto ogni 24 ore. Il risultato è che molte delle vittime fatte non venivano neanche mangiate.

Una situazione poco controllabile anche perché l’Australia è letteralmente invasa dai felini. Apparentemente nei casi peggiori la densità è di 100 esemplari per chilometro quadrato, un’enormità. Se in nazioni come l’Italia o il Regno Unito i gatti la strage che viene fatta è già considerata eccessiva, in Australia è anche peggio visto la presenza di una lunga lista di animali unici e a rischio di estinzione.

Giacomo Ampollini

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