Nei pressi dell’Eagle Lake nel Wisconsin, USA, furono ritrovate delle punte di freccia coniche di circa 10 cm, risalenti a circa 8500 anni fa. Uno straordinario reperto, finemente lavorato, che gli antichi nativi americani del Nord America realizzarono per cacciare selvaggina di grossa taglia.
Il manufatto rappresenta una tecnologia molto avanzata per l’epoca. Un nuovo studio su questo reperto e su alcune tracce di estrazione mineraria preistorica nella zona, dimostra che nel Nuovo Mondo si sviluppò la lavorazione del rame molto prima di quanto si pensasse. Si tratta di quella che viene indicata come l’Antica Cultura del Rame, apparsa precocemente per poi essere dimenticata e sparire.
Secondo le ricerche i primi nativi americani furono tra le prime persone al mondo a estrarre il rame e a lavorarlo per farne strumenti. Inoltre sembrerebbe che il motivo per cui queste tecnologie e queste abilità furono dimenticate dopo migliaia di anni, per un ritorno a pietra e ossa, sia stato un cambiamento climatico regionale.
Nel Nord America, nella regione dei Grandi Laghi, si trovano i depositi di rame più abbondanti e puri dell’intero pianeta. Gli antichi nativi americani impararono ad estrarlo e lavorarlo, lasciando migliaia di manufatti come proiettili, pesanti coltelli e asce, piccoli ami e punteruoli.
Quando i ricercatori iniziarono a datare i manufatti, scoprirono che i primi manufatti e utensili furono realizzati circa 6000 anni fa, poi improvvisamente 3000 anni fa smisero di realizzare strumenti, e il rame venne utilizzato solo per piccoli oggetti e monili, come perline e collane.
Un comportamento davvero peculiare secondo David Pompeani, geologo della Kansas State University e studioso dell’antica estrazione mineraria. In tutte le altre culture infatti, una volta scoperti gli strumenti di metallo non sono mai stati abbandonati.
Circa 10 anni fa, Pompeani condusse una ricerca sui sedimenti estratti dai laghi adiacenti alle miniere preistoriche sulla penisola di Keweenaw e sull’Isola Royale, nel Michigan, scoprendo tracce di piombo e titanio rilasciate dalla lavorazione del rame. Le analisi hanno mostrato che l’estrazione del rame iniziò circa 9500 anni fa in alcune aree, ovvero 3500 anni prima di quanto si pensasse e si concluse molto prima, attorno a 5400 anni fa.
Ora, in un uovo studio condotto sempre da Pompeiani, i ricercatori hanno utilizzato metodi moderni per rianalizzare 53 manufatti, di cui 8 di recente ritrovamento, associate all’antica cultura del rame. Da queste analisi è emerso che il più antico manufatto è la punta risalente a circa 8500 anni trovata nel Wisconsin.
Il team ritiene che le nuove e più affidabili datazioni, combinate con i dati ricavati dall’analisi dei sedimenti, indichino che l’Antica Cultura del Rame sia iniziata almeno 9500 anni fa e abbia raggiunto il suo massimo tra 7000 e 5000 anni fa.
Con questa teoria è d’accordo anche l’archeologa Michelle Bebber della Kent State University, la quale ritiene che le date confermano “che i cacciatori-raccoglitori [erano] altamente innovativi e pronti sperimentare regolarmente nuovi materiali”.
Bebber ha condotto uno studio che l’ha portata a replicare gli strumenti e le punte di freccia tipiche dell’Antica Cultura del rame. La sua ricerca ha mostrato che questi strumenti non erano migliori di quelli realizzati in osso o pietra. Questo aspetto, unitamente al fatto che richiedevano uno sforzo notevole e una lavorazione più lunga, potrebbe essere il motivo per cui la realizzazione di strumenti in rame venne abbandonata.
Alcuni esperimenti di laboratorio hanno mostrato che gli strumenti in rame erano meno efficaci di quelli in osso o pietra. Questo è probabilmente dovuto al fatto che il rame dei Grandi Laghi è estremamente puro, quindi molto morbido, a differenza delle leghe di rame che si trovano in altre parti del mondo.
Oltre a questo aspetto, secondo Pompeani, un altro aspetto che potrebbe aver portato alla scomparsa dell’Antica Cultura del Rame, circa 5000 anni fa, potrebbe essere stato un cambiamento climatico.
L’analisi dei sedimenti, e degli anelli degli alberi, unitamente ad altre prove, suggeriscono che un periodo di siccità prolungato abbia colpito la regione in quel periodo. Questo avrebbe potuto portare a sconvolgimenti sociali ed ecologici che hanno reso difficile dedicare tempo e risorse alla produzione di utensili in rame. Il rame avrebbe così finito per diventare un oggetto di lusso, utilizzato per indicare l’appartenenza ad un certo stato sociale.
Ph. Credit: Michelle Bebber / Laboratorio di Aecheologia Sperimentale della Kent State University.
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