Se da un lato il livello degli oceani e dei mari si sta alzando, nello stesso momento grandi quantità d’acqua stanno sparendo all’interno della Terra. Come forse saprete la superficie su cui poggiano i continenti e le acque sono divise da zone chiamate placche tettoniche. Quest’ultime sono caratterizzate da un continuo e lento movimento il quale è una delle principali cause dei terremoti. Nel muoversi queste placche creano anche dei passaggi nella parte più interna del nostra pianeta, un sbocco per l’acqua degli oceani.
Diversi studi hanno dimostrato questo fenomeno, ma uno studio ancora più recente ha dimostrato che i dati ne sottostimavano la portata e che l’acqua che sparisce all’interno della Terra è maggiore. Per arrivare a tale conclusione sono stati presi in considerazione i rumori sismici naturali presenti nella fossa delle Marianne e dovuti alla subduzione sismica.
Quali sono le implicazioni di questa scoperta?
I nuovi dati sono fondamentali per lo studio del ciclo delle acque profonde. Quest’ultimo serve a determinare lo sviluppo del magma e anche per studiare la lubrificazione delle falde tra le placche; una maggiore lubrificazione vuole dire più movimento e quindi più terremoti. In realtà fino ad’ora non si sapeva quanta acqua spariva in direzione del mantello, ma la nuova ricerca potrebbe aver avvicinato i ricercatori alla realtà dei fatti.
Analizzando il movimento dell’acqua della parte centrale della fossa delle Marianne sono stati registrati dei rallentamenti di quest’ultima ad una profondità di 30 chilometri; la profondità della fossa è di soli 11 Km. Sfruttando la velocità, la pressione e le temperature è stato calcolato che ogni milione d’anno spariscono 3 miliardi di teragrammi d’acqua; un teragrammo equivale ad un miliardo di chilogrammi.
Anche se è vero che l’acqua sta sparendo nel mantello terrestre in qualche modo l’acqua ritorna degli oceani attraverso dei cicli interni non ancora compresi del tutto.