I biologi la definiscono “segnalazione costosa” la prassi strategica degli animali per auto-promuoversi verso una possibile partner, conquistarla e farla cedere alle proprie avances. Facciamoci caso: la criniera di un leone, il canto dell’usignolo o la coda del pavone sono ovvi esempi di tali stratagemmi. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione di potenziali partner sessuali e trasmettere i propri geni.
In concomitanza con l’uscita di iPhone 6, gli psicologi dell’Università di Wuerzburg, in Germania, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Letters on Evolutionary Science che applica questo concetto all’uomo. Oggi, questo studio sembra essere più attuale che mai. E siamo alla generazione 8 di iPhone.
Perché, secondo le conclusioni cui erano giunti gli scienziati, i giovani single alla ricerca di incontri casuali sono più propensi ad acquistare gli smartphone di ultima generazione per attirare una donna. Insomma, più è costoso, più possibilità di conquista ci sono. Proprio come la particolare coda di pavone. In tal modo, infatti, danno un effettivo segnale del fatto che essi dispongono di risorse sufficienti per avere un prodotto che potrebbe essere acquistato ad un prezzo inferiore.
Un dato di fatto, dunque, quello per cui se gli uomini erano alla ricerca di una partner e di una relazione di lunga durata esprimevano anche un’accesa predilezione per l’acquisto di smartphone non proprio di gamma bassa. Tuttavia, è vero anche il contrario: alcuni prediligevano anche orientarsi per smartphone “più modesti”. “Con questo comportamento annunciano che stanno risparmiando per il futuro, un dettaglio attraente per le donne secondo le teorie evolutive di investimento dei genitori e selezione sessuale“, ha spiegato Christine Henninghausen, co-autore della ricerca, che ha esaminato 352 volontari di età compresa tra i 16 e i 34 anni.
Per le donne, gli psicologi non hanno rilevato alcuna correlazione tra preferenza per un particolare modello di smartphone e le loro aspirazioni sessuali o romantiche. Sicuramente, gli esperti ipotizzano che le cospicue abitudini al consumo delle donne sono orientate più alla competizione con persone dello stesso sesso.