Secondo quanto sostiene la rivista 9to5Google, Google Fi abbandona il 3G. Già a partire da gennaio, questo operatore virtuale smetterà di attivare i telefoni non VoLTE e inviterà i proprietari di smartphone più vecchi ad aggiornarli, offrendo un credito di 100 dollari a condizione che acquistino un nuovo telefono dal negozio Fi e lo attivino prima del 31 dicembre.
L’intera questione mostra chiaramente l’influenza di Google. I clienti si sono abbonati a Fi che, in quanto operatore virtuale, si appoggia alle reti del multinazionale T-mobile e dell’americano US Cellular. Dal momento che T-Mobile ha già annunciato la propria intenzione e i relativi programmi per eliminare gradualmente il supporto ai telefoni non VoLTE a partire dal gennaio 2021, anche Fi è costretto a farlo.
La sigla VoLTE sta per “Voice over LTE”, una tecnologia che consente la gestione delle chiamate telefoniche su rete LTE sostituendo la vecchia tecnologia 3G. Le chiamate VoLTE sono in genere di miglior qualità e presentano una connessione più stabile, ma non sono disponibili per i vecchi telefoni che usano solo le frequenze 3G né per alcuni dei primi modelli LTE. Secondo Fi, Google ha smesso di attivare i telefoni 2G e 3G lo scorso 4 agosto, ma richiede che tutti gli smartphone dispongano della tecnologia VoLTE e assicura che presto abbandonerà il 3G.
Non c’è ancora una data precisa per questa interruzione ma il momento si avvicina; fino a quando Google non darà un annuncio ufficiale, la cosa migliore da fare per gli utenti è cercare di capire in quale momento T-Mobile adotterà lo stesso provvedimento. Con l’acquisizione di Sprint, T-Mobile ha ottenuto ingenti guadagni dalle funzionalità di Fi, acquistando il controllo delle due maggiori reti su cui Fi ha fatto affidamento.
Il passaggio a un miglior servizio di telefonia mobile rappresenta un beneficio a lungo termine per l’usabilità dei telefoni, ma un inconveniente per i clienti. Verizon ha già apportato questo cambiamento tempo fa, eliminando gradualmente le caratteristiche pensate per i servizi 3G a favore di LTE e 5G.
Ph. credits: Alex Castro / The Verge
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