I processi che portano al riconoscimento vocale da parte di un’applicazione o un servizio di web-browsing integrato su Google Android sono molto più complessi di quanto ci si possa aspettare e vertono su specifici algoritmi di gestione che portano, in ultimo, allo sviluppo del risultato finale a video. In realtà le onde sonore recepite dal microfono del nostro dispositivo vengono ritrasmesse ad un server per mezzo del quale avviene la conversione in testo e la successiva interpretazione della richiesta, che conduce all’attivazione del servizio sulla base dei parametri impartiti.
Solitamente una procedura quasi istantanea che corre di pari passo al nostro network di rete. Tanto più questo è veloce, tanto più rapida sarà la risposta del sistema. Un aspetto su cui i ricercatori Google stanno volgendo la propria attenzione è proprio quello di una nuova gestione migliorata dei motori di sintesi che porti al totale svincolo dalle connessioni di rete. Vediamo come.
Riconoscimento vocale Google Offline, la nuova frontiera dei motori di sintesi speech-to-text
Come suggerito in apertura, BigG è costantemente impegnata nel favorire lo sviluppo delle proprie tecnologie anche nei confronti di coloro che, causa il digital divide, causa un network dall’affidabilità altalenante, non possono essere raggiunti da connessioni che garantiscano un servizio ottimale. Allo stato attuale, nonostante sia stato fatto molto sotto questo punto di vista, il riconoscimento vocale non in linea si basa ancora su una versione antiquata del dizionario che ci portiamo dietro da Android Jelly Bean e che, alla luce dei fatti, risulta molto meno affidabile della controparte online.
Google sta concentrando tutti i propri sforzi nella realizzazione di un team di ingegneri che lavori ad un nuovo sistema speech-to-text in modalità offline ottimizzato anche per dispositivi che non possono interfacciarsi, a causa delle proprie caratteristiche hardware, a reti ad alta velocità, mantenendo al minimo le soglie di consumo in termini di risorse energetiche e di sistema.
Lo studio, di appena quattro pagine scarse, pubblicato dalla stessa casa madre mette in chiaro la volontà di procedere attraverso questa nuova strada, creata allo scopo di garantire un prodotto innovativo ed all’avanguardia che operi anche in assenza di rete.
Un sistema performante ed al contempo poco avido di risorse, in grado di garantire un utilizzo locale e le classiche funzioni di ricerca e correzione errori. Un sistema che, nonostante ancora in fase di testing-alpha, riporta un tasso di errore per parola pari al 13.5%, nel complesso un risultato più che soddisfacente se si pensa di essere ancora agli esordi. Con ogni probabilità ne sentiremo parlare in vista di una nuova release di Android.
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