Siamo ormai abituati a sentire che a causa dei cambiamenti climatici le varie barriere coralline stanno morendo. Un altro aspetto recentemente studiato invece vede la Grande Barriera Corallina intenta nell’emigrare nelle acque più a sud, lontano dall’equatore, nel tentativo di trovare meno calda. Questo spostamento è ovviamente abbastanza lento ed improbabile che vedremo l’arrivo di questa meraviglia naturale in acque troppo lontane da quelle attuali.
Questo spostamento è in realtà più naturale di quanto si pensi e non risulta essere così se consideriamo che effettivamente tali barriere sono composte da esseri viventi. Nei secoli questo è già avvenuto e ci sono prove ovunque, fossili sparsi per i vari oceani dove una volta queste muraglie naturali se ne stavano tranquille prima degli sconvolgimenti climatici. A questo giro però i cambiamenti sono più repentini e se aggiungiamo l’attività umana allora per diverse barriere la fine sembra essere più vicina che mai.
L’aqua di tali acqua è molto limpida e il fondale basso quindi le immagini satellitari mostrano alla perfezione alla situazione tanto che gli scienziati che studiano tutto questo possono quindi analizzare la situazione con tranquillità senza fare viaggi lunghissimi. Un aspetto che si vede alla perfezione sono gli aloni i quali indicano lo stato di salute della barriera.
Ecco una dichiarazione dei ricercatori i quali hanno pubblicato lo studio sulla Royal Society Open Science: “Questo approccio dimostra che ora possiamo rilevare gli aspetti delle risposte ecologiche delle barriere alla protezione, anche in scogliere remote e inaccessibili a livello globale. Per quantificare l’efficacia delle riserve marine mondiali, dobbiamo guardare oltre i metodi attuali verso approcci più scalabili ed economicamente vantaggiosi, dei quali l’osservazione satellitare delle barriere coralline del mondo può essere una sola.”
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