I granchi di Dungeness e i danni dell’acidificazione degli oceani

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Le coste di San Francisco brulicano di una particolare specie di granchi, conosciuti anche come granciporri del Pacifico. Questi crostacei sono molto apprezzati in cucina e ormai sono diventati una pietanza tipica locale; ma se il processo di acidificazione degli oceani potrebbe spazzare via questi animali dai mari. In un recente studio è stato scoperto che le popolazioni di questi granchi hanno riportato seri danni ai loro carapaci proprio a causa di un Oceano Pacifico sempre più acido.

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Lo studio, condotto per la prima volta nel 2016, ha esaminato i granchi di Dungeness lungo tutta la costa occidentale degli Stati Uniti e ha scoperto che i loro esoscheletri avevano iniziato a disintegrarsi fin dal momento della loro nascita. “Se i granchi e sono già stati colpiti da questo fenomeno, dobbiamo iniziare a prestare attenzione ai vari componenti della catena alimentare prima che sia troppo tardi“, ha detto l’autore principale dello studio Nina Bednarsek, scienziato del Southern California Coastal Water Research Project.

 

Sempre meno granchi di Dungeness riescono ad arrivare all’età adulta, mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie

L’acidificazione degli oceani si riferisce ad una riduzione del pH delle acque oceaniche, causata principalmente dall’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera per lunghi periodi. Quando la CO2 viene assorbita dall’acqua di mare, fenomeno che si verifica a causa della crescente quantità di combustibili fossili bruciati ogni anno, si hanno una serie di reazioni chimiche che hanno come risultato grandi quantità di ioni idrogeno, responsabili di tale riduzione del pH.

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I granchi di Dungeness studiati hanno mostrato evidenti segni di usura del carapace, in particolare tra gli esemplari più giovani. Questa scoperta preoccupa i ricercatori per una moltitudine di ragioni, anzitutto perché i gusci così compromessi potrebbero influenzare non solo la loro capacità di spostarsi e nutrirsi, ma anche la loro capacità di proteggersi sia dalle intemperie che dai predatori. Quindi, le loro probabilità di arrivare all’età adulta e quindi di essere capaci di riprodursi sono seriamente compromesse.

 

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