Gli scienziati sono stati in grado di trasformare l’acqua salmastra e di mare in acqua potabile in meno di 30 minuti, utilizzando strutture metalliche organiche (MOF) e luce solare. Il team non solo è riuscito a filtrare le particelle nocive dall’acqua e generare 139,5 litri di acqua pulita per chilogrammo di MOF al giorno, ma ha anche svolto questo compito con una maggiore efficienza energetica rispetto alle pratiche di dissalazione corrente.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’acqua potabile di buona qualità deve avere solidi totali disciolti (TDS) di <600 parti per milione (ppm). Gli scienziati sono quindi riusciti a raggiungere un TDS <500 ppm in soli 30 minuti e rigenerare il MOF per il riutilizzo in quattro minuti alla luce del sole.
I ricercatori hanno creato un MOF chiamato PSP-MIL-53, che è stato sintetizzato introducendo spiropirano acrilato (PSP) nei pori di MIL-53, un MOF ben noto per i suoi effetti respiratori e le transizioni sull’adsorbimento di molecole come acqua e diossido di carbonio.
“I processi di desalinizzazione termica evaporativa consumano molta energia e altre tecnologie, come l’osmosi inversa, presentano diversi svantaggi, tra cui l’elevato consumo di energia e l’uso di sostanze chimiche per pulire le membrane“, afferma Huanting Wang, professore presso il Dipartimento di ingegneria chimica della Monash University, in Australia, e autore principale dello studio pubblicato il 10 agosto sulla rivista scientifica Nature Sustainability.
“La luce solare è la fonte di energia più abbondante e rinnovabile sul pianeta Terra”
Il ricercatore spiega che “la luce solare è la fonte di energia più abbondante e rinnovabile sul pianeta Terra” e, quindi, “lo sviluppo di un nuovo processo di desalinizzazione mediante adsorbimento attraverso l’uso della luce solare per la rigenerazione fornisce una soluzione di desalinizzazione efficiente dal punto di vista energetico ed è ecosostenibile”, aggiunge.