Il Great Serpent Mound è la più grande effigie del suo genere e si trova in Ohio, negli Stati Uniti. È lungo 380 metri, largo 6 e alto poco più di un metro. La sua forma è sinuosa e ricorda un serpente, da cui il nome. Alla fine del XIX secolo, l’archeologo dell’Università di Harvard Frederic Ward Putnam scavò il Serpent Mound ma non trovò prove che appartenesse a una cultura specifica.
Sulla base della vicina presenza di tombe della cultura di Aden, gli archeologi hanno attribuito loro l’effigie. La cultura di Aden comprendeva diverse comunità di antichi amerindi che condividevano un sistema di sepoltura e rituale comune. Anche la cultura Hopewell o l’antica cultura del forte erano considerati possibili autori di questo tumulo.
Non è stato fino al 1991 che la datazione al radiocarbonio ha determinato che il tumulo aveva circa 900 anni. Secondo il sito web di Ohio History, ciò suggeriva che i costruttori appartenessero probabilmente all’antica cultura del forte (1000-1500 d.C.). Gli esperti non sono d’accordo su cosa rappresenti la testa del tumulo, ed alcuni suggeriscono che la sua forma ovale sia un occhio, mentre altri credono che sia un oggetto inghiottito dalle fauci aperte di un serpente.
A differenza di altri tumuli, Serpent Mound non contiene resti umani e non è stato creato per scopi funerari. Si ritiene che possa avere un significato astronomico, poiché la testa del serpente è allineata con la posizione del Sole al solstizio d’estate e la coda con l’alba al solstizio d’inverno. Se la datazione al radiocarbonio è corretta, la costruzione del Serpent Mound sarebbe avvenuta contemporaneamente a due grandi eventi astronomici: la luce della supernova che creò la Nebulosa del Granchio nel 1054 e l’apparizione della cometa Haley nel 1066.
Il Serpent Mound potrebbe anche essere stato progettato secondo lo schema delle stelle che compongono la costellazione del Draco.
I Cherokee mettono in relazione questa struttura con la leggenda dell’Uktena, un grande serpente con poteri e aspetto soprannaturali.
C’è anche la teoria che le antiche popolazioni autoctone abbiano creato grandi santuari su piattaforme fatte di terra e pietra. Tuttavia, per vari motivi, sono finiti distrutti, lasciando solo la piattaforma a sopravvivere.
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