Freddy André Øvstegård, membro del Parlamento della Norvegia, e due suoi colleghi di partito, hanno proposto come candidata per il premio Nobel per la Pace, Greta Thunberg, la 16 norvegese attivista e promotrice delle marce dei giovani per il clima. Greta, con i suoi sit-in davanti al Parlamento svedese, ha dato vita al movimento dei #FridaysForFuture, sfociato nello sciopero mondiale per il clima dello scorso venerdì 15 Marzo.
I parlamentari hanno motivato la loro scelta indicandola come un segno di riconoscimento per il suo impegno contro la crisi climatica e il riscaldamento globale. Uno dei parlamentari norvegesi ha infatti dichiarato al Times, di aver “nominato Greta perché la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti”.
Secondo Øvstegård il movimento a cui ha dato vita la giovane attivista è in effetti una rivoluzione di pace. Per il parlamentare i cambiamenti climatici sono già oggi uno dei principali fattori di instabilità sociale, povertà, carestie, guerre e migrazioni, combatterli è quindi un’azione a favore della pace.
La candidatura è arrivata in concomitanza con il Global Climate Strike for Future, che ha mobilitato gli studenti di 1.600 città in 100 Paesi del Mondo. In caso venisse insignita del Nobel, Greta Thunberg diventerebbe la persona più giovane ad averlo ottenuto, dopo Malala Yousafzai, a cui fu riconosciuto nel 2014 per il suo impegno nella lotta per l’affermazione dei diritti civili e del diritto all’istruzione delle giovani pachistane.
Fino ad ora sono circa 300 i candidati al premio Nobel per la pace del 2019, ed il vincitore del premio verrà come sempre annunciato ad Ottobre. Greta Thunberg ha dichiarato, tramite un post su Twitter, di sentirsi “onorata e molto riconoscente” per la candidatura.
Sul suo profilo Twitter Greta si definisce “L’attivista del clima con l’Asperger”,un profilo dove ha 257.000 follower, mentre su Facebook sono 329.000 le persone che la seguono. Greta è finita così sotto i riflettori della stampa internazionale e dell’opinione pubblica globale, una popolarità che ha destato anche malumori e sospetti di manipolazione, che l’hanno peraltro lasciata del tutto indifferente.
Tra coloro che l’attaccano vi è il giornalista svedese Andreas Henriksson, il quale ha affermato che lo sciopero davanti al Parlamento non sarebbe altro che parte di una strategia pubblicitaria finalizzata al lancio del nuovo libro della madre di Greta. E dietro a questa campagna ci sarebbe Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità, che avrebbe sfruttato a sua volta l’immagine di Greta per la promozione della sua start-up.
È comunque normale che le parole e le azioni di Greta abbiano suscitato scalpore e reazioni contrastanti, in fondo sette mesi fa, era solo una semplice ragazzina che tutti i venerdì non andava a scuola per protestare, da sola, davanti al parlamento svedese con un cartello scritto a mano: “Sciopero dalla scuola per il clima”.
Oggi è diventata popolare nel mondo ed è stata nominata donna dell’anno in Svezia, lo scorso 8 marzo. Ci è riuscita chiamando a raccolta gli studenti di tutti i continenti, e convincendo anche molti adulti, tra cui anche parecchi scienziati. La sua popolarità le ha permesso di partecipare a summit mondiali dove ha spesso accusato i grandi della politica e della finanza di non fare abbastanza per i giovani, di non preoccuparsi di quale mondo lasceranno in eredità ai propri giovani.
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