Una grotta remota dell’isola di Guam, nel Pacifico occidentale, ha rivelato un segreto straordinario: tracce di riso risalenti a circa 3.500 anni fa. La scoperta, annunciata da un team internazionale di archeologi, potrebbe riscrivere la storia delle migrazioni umane nell’Oceano Pacifico, dimostrando che gli antichi esploratori trasportavano con sé non solo utensili e cultura, ma anche colture fondamentali per la sopravvivenza.
I ricercatori hanno identificato microresti di amido e fitoliti di riso all’interno di utensili in ceramica rinvenuti nella grotta di Ritidian, nel nord di Guam. Questi resti organici, conservatisi incredibilmente bene per millenni, rappresentano la prima prova concreta dell’introduzione del riso in Micronesia da parte di antichi navigatori austronesiani.
Ritrovamento eccezionale a Guam: il riso svela le antiche rotte migratorie nel Pacifico
Secondo gli studiosi, il riso non è originario delle isole del Pacifico, e la sua presenza a Guam suggerisce un trasporto deliberato dalla terraferma asiatica, probabilmente dalle Filippine o dal sud-est asiatico. Questo rafforza la teoria secondo cui le popolazioni austronesiane, note per le loro avanzate capacità di navigazione, abbiano colonizzato le isole trasportando con sé semi e piante utili per l’agricoltura.
Il ritrovamento è stato reso possibile grazie a tecniche di analisi avanzate, tra cui la microscopia elettronica e la datazione al radiocarbonio, che hanno confermato l’età dei materiali. I resti di riso risalgono al periodo compreso tra il 1500 e il 1000 a.C., molto prima di quanto ipotizzato finora dagli storici.
Questa scoperta aggiunge un tassello fondamentale alla comprensione delle prime migrazioni umane nel Pacifico, un’area vastissima in cui le distanze tra isole potevano superare i 1.000 chilometri. Trasportare piante coltivabili come il riso richiedeva pianificazione, conoscenze agronomiche e una visione a lungo termine della colonizzazione.
Un archivio vivente di una delle più grandi imprese dell’umanità
Il riso, come alimento base e simbolo di civiltà agricola, testimonia la sofisticazione culturale di queste popolazioni, spesso sottovalutate rispetto ad altre civiltà dell’antichità. Non si trattava solo di viaggiatori, ma di veri e propri pionieri capaci di creare insediamenti autosufficienti in ambienti nuovi e isolati.
Oltre al valore storico, la scoperta offre anche spunti importanti per lo studio della biodiversità e dell’adattamento agricolo. Capire come il riso sia stato introdotto e coltivato in ambienti insulari remoti potrebbe aiutare oggi nella selezione di varietà più resistenti ai cambiamenti climatici e alla scarsità d’acqua.
In definitiva, la grotta di Ritidian non è solo un sito archeologico: è un archivio vivente di una delle più grandi imprese dell’umanità — la colonizzazione del Pacifico. E oggi, grazie a un granello di riso, possiamo comprendere meglio l’ingegno e la determinazione dei nostri antenati navigatori.
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