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Guida autonoma: utilizzare gli occhi può portare una maggior sicurezza dei pedoni

Stiamo sempre sentendo più parlare e ad avvicinarci alla guida autonoma che si sta facendo sempre più strada, evidenziando non pochi dubbi sulla sicurezza sia dei pedoni che dei conducenti. Secondo una ricerca dell’Università di Tokyo, per migliorare la sicurezza dei pedoni, l’installazione di occhi robotici sui veicoli autonomi può migliorare la sicurezza per le persone in strada.

Una volta funzionanti questi occhi robotici saranno in grado di guardare un pedone o di distogliere lo sguardo in modo che ogni persona sulla strada sia consapevole di dove sta effettivamente guardando il veicolo. Anche con l’avanzare della tecnologia autonoma, l’interazione tra le auto a guida autonoma e l’ambiente circostante, esclusi gli altri veicoli sulla carreggiata, è qualcosa che deve essere esaminato più da vicino.

 

Occhi robotici, utilizzarli può dare maggiore sicurezza durante la guida autonoma

Come parte di un test i ricercatori si sono trovati davanti ben diversi scenari. Il veicolo di prova è stato in grado di identificare se il pedone avesse continuato a guidare o si sarebbe fermato. Gli occhi robotici ho fissavano i pedoni o distoglievano lo sguardo. I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti maschi allo studio hanno preso decisioni più pericolose sugli attraversamenti stradali, ma gli errori sono stati ridotti dallo sguardo del carrello. I  risultati hanno suggerito una chiara differenza tra i sessi, il che è stato molto sorprendente e inaspettato.

Mentre altri fattori come l’età e il background potrebbero aver influenzato le reazioni dei partecipanti, riteniamo che questo sia un punto importante, poiché mostra che diversi utenti della strada potrebbero avere comportamenti ed esigenze differenti, che richiedono modalità di comunicazione differenti nel nostro futuro mondo della guida autonoma.  Se ciò risulterà essere davvero efficace, gli occhi robotici saranno sicuramente ridisegnati prima di essere posizionati su auto reali. Non sorprende che alcune persone abbiano trovato l’attuale design del test piuttosto scoraggiante e un po’ inquietante. Anche così, gli occhi sono stati in grado di aiutare i pedoni ad anticipare ciò che il veicolo intendeva fare, rendendolo solo un po’ più sicuro.

I segnali del veicolo e del conducente sono due tipi di informazioni che aiutano i pedoni a prendere decisioni sugli attraversamenti stradali quando il veicolo si avvicina. I segnali del veicolo includono accelerazione, decelerazione, velocità e distanza, mentre i segnali del conducente includono il contatto visivo, i gesti e le posizioni. Tuttavia, le interazioni tra veicoli a guida autonoma e pedoni differiscono da quelle dei veicoli a guida umana. Gli occhi artificiali delle auto senza driver sembrerebbero infondere sicurezza nei pedoni, spesso timorosi circa la presenza, su strada, di veicoli privi di uno sguardo su ciò che li circonda.

 

Ridurre notevolmente il rischio di incidenti stradali

A differenza, però, di ricerche precedenti, questo studio si è concentrato su uno scenario critico, in cui i pedoni hanno fretta di attraversare un passaggio pedonale senza semafori e, nel farlo, si affidano alle indicazioni degli occhi robotici dei veicoli a guida autonoma, alle direzioni del loro “sguardo”, che implicano il riconoscimento dell’ambiente circostante e delle persone che lo popolano spiegano gli autori, i quali hanno condotto uno studio empirico non direttamente in un contesto reale di traffico cittadino, bensì girando alcuni video in presenza di un’auto reale all’interno di scenari di traffico reali. Ad essere più precisi, ciò che lo studio empirico ha rilevato è che gli occhi di un’auto hanno la capacità di ridurre potenziali incidenti stradali in una situazione di attraversamento pericolosa.

La sicurezza, ovvero evitare le collisioni con le auto a guida autonoma all’interno del traffico, è l’aspetto cruciale nelle interazioni con i pedoni. Ma anche l’efficienza è una parte importante di tale interazione, correlata, in particolare, al risparmio di tempo e, dunque, di carburante da parte del veicolo. La ricerca futura potrebbe prevedere anche di indagare su diversi utenti della strada, tra cui bambini, anziani e disabili, in quanto ognuno di loro potrebbe avere bisogno di modi diversi di interagire con le auto a guida autonoma. Infine, per quanto attiene alla valutazione delle simulazioni in realtà virtuale, sarebbe interessante anche analizzare le differenze tra il modo in cui gli utenti percepiscono i pericoli della guida autonoma all’interno del traffico nel mondo reale e in ambiente VR e come eventualmente, quest’ultimo condiziona i pedoni.

Foto di freestocks-photos da Pixabay

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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