La sonda giapponese Hayabusa 2 ha effettuato con successo il suo secondo touchdown sull’asteroide Ryugu, per raccogliere nuovamente preziosi campioni del piccolo asteroide che potrebbero svelare importanti informazione sulla storia dell’Universo e la formazione planetaria. Il primo approccio della sonda dell’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) è stato effettuato con successo lo scorso Febbraio.
Effettuata questa seconda manovra, la JAXA inizierà ora le operazioni per riportare la seconda, con i suoi preziosi campioni, di nuovo sulla Terra. Una volta ritornati sul nostro pianeta i preziosi campioni potranno finalmente essere analizzati.
La missione di Hayabusa 2 su Ryugu
É da oltre un anno che Hayabusa 2 studia l’asteroide di quasi 1 km di diametro conosciuto col nome di Ryugu (ispirato dall’eroe di una fiaba giapponese), e dopo il primo touchdown di Febbraio, lo scorso Aprile aveva effettuato il lancio di un proiettile sulla superficie dell’asteroide per poter creare un cratere sulla sua superficie che esponesse le rocce pure ed incontaminate che si trovano sotto la superficie.
Dopo aver avuto successo nella creazione del cratere, Hayabusa ha studiato per mesi il sito, inviando numerose immagini e dati. Dopodiché il team JAXA ha deciso fosse abbastanza sicuro per effettuare il secondo touchdown e raccogliere campioni di quelle rocce pure, mai esposte alle radiazioni o ai venti solari, né ad altri fenomeni spaziali.
Hitoshi Kuninaka, direttore generale della JAXA, ha affermato infatti: “abbiamo confermato che era estremamente probabile che avremmo potuto tranquillamente mettere in sicurezza un secondo touchdown con le attuali capacità del team Hayabusa 2 e del veicolo spaziale. Crediamo che il successo in questa sfida sarà un catalizzatore per molti programmi futuri di scienza spaziale e di esplorazione”.
Il successo del secondo approccio della sonda giapponese all’asteroide
Ed è cosi che nella notte tra il 10 e l’11 Luglio, esattamente alle 01:15 ora italiana (in Giappone erano le 10:15 dell’11 Luglio), ha avuto inizio la procedura per l’inizio del campionamento, che è stata trasmessa in diretta web dalla JAXA e che si è conclusa con successo attorno alle 04:00 GMT.
Durante la sua lenta discesa verso la superficie di Ryugu, Hayabusa 2 ha continuato ad inviare immagini dell’asteroide al centro di controllo, che sono poi state interrotte prima del vero e proprio touchdown di campionamento.
È stato sicuramente un grosso rischio per la JAXA. Considerando infatti anche i campioni già raccolti, l’agenzia aveva inizialmente pensato che l’opzione più sicura fosse rinunciare al secondo campionamento e riportare la sonda sulla Terra, ma la voglia di scoprire che cosa contenessero le rocce sotto la superficie di Ryugu ha vinto su tutto. E così il team di Hayabusa 2 ha optato per l’esecuzione temeraria del secondo touchdown, ed è stata premiata con un successo.
Hayabusa 2 ha quindi raccolto il campione proveniente dall’area del cratere, raccogliendo il materiale lanciato in aria dall’impatto con il suo strumento cuneiforme che agisce come un imbuto.
Ora non ci resta che attendere che Hayabusa riporti sulla Terra quel materiale del sottosuolo di Ryugu, che fino ad Aprile è rimasto al riparo dalle particelle cariche del vento solare, dalle radiazioni e dai raggi cosmici che percorrono lo spazio. L’analisi di questi campioni svelerà la composizione interna di Ryugu, rivelandoci se sia una roccia uniforme e compatta od una patch di materiali diversi.
La missione di investigazione di Hayabusa è dunque terminata, ed ora la sonda può prepararsi per salutare il suo compagno Ryugu e tornare sulla Terra. L’inizio delle operazioni di rientro dovrebbe essere previsto per fine anno.