Hayabusa2 è un successo: le sonde sono già sulla superficie dell’asteroide Ryugu

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Due robot dell’agenzia spaziale giapponese sono atterrati su un asteroide mobile.Questo risultato è parte di una missione messa in atto per concentrarsi sulle origini del sistema solare.

La missione segna la prima osservazione robotica della superficie di un asteroide, secondo la Japanese Aerospace Exploration Agency (JAXA). Secondo l’agenzia, citata dal britannico The Guardian, i robot – “rotondi come la forma di una scatola di cracker” – sono atterrati con successo sull’asteroide Ryugu venerdì, il giorno dopo che sono stati rilasciati dalla navicella Hayabusa 2.

Ciascuno dei robot funziona normalmente ed ha cominciato ad esaminare la superficie di Ryugu“, ha riferito JAXA in una dichiarazione. I robot sfruttano la bassa gravità dell’asteroide, fino a 15 metri, e rimangono in aria fino a 15 minuti per valutare le caratteristiche fisiche del corpo roccioso.

Sono molto orgoglioso di aver stabilito un nuovo metodo di esplorazione dello spazio per piccoli corpi celesti“, ha detto il capo del progetto di JAXA Yuichi Tsuda. L’agenzia, che nel 2005 stava già tentando senza successo di permettere di sbarcare ad un robot su un asteroide, è ora in una posizione pioneristica per quanto riguarda lo studio delle origini del sistema solare.

 

La missione Hayabusa

La missione spaziale di Hayabusa2 è ben lungi dall’essere conclusa. Ma ha scritto la parola fine all’ennesimo capitolo di successo con l’annuncio che le due sonde sono state addirittura piazzate sulla superficie di Ryugu.

L’agenzia spaziale JAXA, infatti, ha confermato su Twitter che le due sonde “sono in buone condizioni e hanno trasmesso foto e dati. Confermiamo anche che si stanno spostando in superficie“.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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