I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto devastante su alcune popolazioni di rane stabilitesi negli stagni del Regno Unito, suggerisce una ricerca. Si tratta in particolare di una malattia letale per questi animali, che si sta diffondendo a causa delle temperature sempre più elevate e che nei prossimi 50 anni potrebbe causare l’estinzione di intere popolazioni di rane.
Il virus potrebbe perciò essere la causa dell’estinzione della rana comune, assidua frequentatrice degli stagni nelle campagne del Paese. Gli anfibi in particolare, sono stati interessati dai cambiamenti climatici molto più di qualsiasi altro essere vivente: 4 specie su 10 sono sul punto di estinguersi a causa di fattori come malattie, la perdita del loro habitat e lo stesso aumento delle temperature globali.
Lo studio fornisce prove preoccupati al riguardo, soprattutto per quello che concerne la diffusione di pericolose malattie tra la fauna selvatica, nonchè sul modo in cui essa è collegata agli effetti generati dal riscaldamento globale, stando a quanto ha affermato il dottor Stephen Price dell’Istituto di Zoologia di Londra.
“Il cambiamento climatico non è qualcosa che sta accadendo solo in luoghi lontani; è qualcosa di reale e concreto, che ha già avuto effetti imprevedibili sulla fauna selvatica non solo del Regno Unito, ma di tutto il mondo“, ha affermato in una dichiarazione il professor Price. “La prospettiva di un’intera popolazione di rane che viene spazzata via è una vera tragedia“, ha aggiunto.
La ricerca ha studiato la malattia, nota come “ranavirus“: essa è in grado di uccidere un gran numero di esemplari in pochissimo tempo. I risultati della ricerca hanno anche dimostrato che i decessi di massa sono in qualche modo collegati ai cambiamenti della temperatura globale, favorendo la diffusione di malattie e altri gravi effetti sull’habitat di questi animali di pari passo con l’aumento incontrollato di emissioni di carbonio.
Al momento, la malattia è principalmente diffusa nel Regno Unito, ma i cambiamenti climatici potrebbero portare alla nascita di focolai in tutto il mondo entro l’inizio dell’anno. Se la malattia dovesse arrivare a colpire i girini in primavera, intere popolazioni potrebbero scomparire con ritmi allarmanti, hanno detto i ricercatori.
Il professor Trenton Garner della Società Zoologica di Londra ha dichiarato: “se non rallenteremo e non invertiremo il cambiamento climatico causato dall’uomo, sfortunatamente possiamo solo aspettarci che le cose peggiorino per i nostri anfibi“. Gli scienziati dicono infatti che le rane potrebbero essere in grado di combattere le malattie se disponessero di aree per mantenere basse le proprie temperature, come boschetti, erba alta e stagni più profondi.
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