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I pesci esposti a lungo agli estrogeni producono meno maschi

Un biologo dell’Università di Cincinnati ha effettuato uno studio scientifico dove ha dimostrato che l’acqua contaminata anche da una piccola concentrazione di ormoni umani può avere effetti radicali sui pesci.  Latonya Jackson, questo il nome dello scienziato, ha condotto esperimenti con pesci d’acqua dolce nordamericani, di nome killfish. Ha scoperto che le popolazioni esposte agli estrogeni in concentrazioni di 5 nanogrammi per litro, test svolti in laboratorio, avevano meno maschi e producevano meno prole. Ciò è particolarmente interessante visto che molte acque reflue sono ricche di estrogeni.

 

L’effetto degli estrogeni sui pesci

Lo scienziato si è soffermato sull’estrogeno sintetico chiamato 17α-etinilestradiolo, un ingrediente attivo nei contraccettivi orali ma applicato anche nella terapia ormonale sostitutiva. È stato trovato in corsi d’acqua adiacenti agli impianti di trattamento delle acque reflue in concentrazioni fino a 60 nanogrammi o più per litro. “I nostri sistemi di trattamento delle acque reflue sono bravi a rimuovere molte cose, ma non sono stati progettati per rimuovere i farmaci”, ha detto Jackson. “Quindi, quando le donne in controllo delle nascite o in terapia ormonale vanno in bagno, vengono scaricate negli impianti di trattamento delle acque reflue”.

Proprio per ciò, Jackson vuole sapere come l’esposizione agli ed estrogeni e androgeni in una femmina di pesce influisce sulla sua prole. Lo studio è condotto in collaborazione con la US Environmental Protection Agency prendendo in esaminazione le acque dell’Ohio.

Il risultato, evidenziato in percentuali molto elevate, è stato che i pesci femmina subivano la presenza di questi elementi, riducendo nel tempo la sua prole, e con quest’ultima che produceva sempre meno maschi, a favore dei pesci femmina.

Foto di Josh Clifford da Pixabay

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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